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IVREA. Cic: non so se è tutta colpa del Pd (intervista a Enrico Capirone)

IVREA. Cic: non so se è tutta colpa del Pd (intervista a Enrico Capirone)

Enrico Capirone, assessore al bilancio di Ivrea

Cic. Avete salvato i dipendenti ma non l’azienda partecipata. Cosa c’è da festeggiare? Ma io non festeggio proprio nulla. Peraltro la procedura deve ancora arrivare a conclusione definitiva. Sono contento, se tutto nei prossimi giorni verrà confermato, che i dipendenti abbiano continuità lavorativa perché come soci del CIC abbiamo lavorato esclusivamente in questo senso. Comunque il CIC continua a esistere, cambia solo la proprietà e le potenzialità aumentano perché a questo punto la società può andare sul mercato senza i vincoli delle società pubbliche. Chi ha comprato le quote del CIC si è impegnato rispondendo all'asta a garantire l'occupazione e a rimanere sul territorio oltre che ad accollarsi i debiti. Questa nuovo assetto societario può, sulla carta, garantire un nuovo impulso e sviluppo alla società però vedremo nei prossimi mesi come lavoreranno i privati. Si tenga presente che tutta la legislazione nazionale spinge e invita gli enti pubblici a liberarsi delle partecipate cedendole ai privati e che ci sono normative specifiche per incentivare e favorire questa dinamica. Dico ancora che è raro che aziende pubbliche che vengono messe in vendita riscontrino l'interesse del mercato. Siete preoccupati del parere negativo all’operazione espresso dai revisori dei conti? Francamente non ho compreso il parere dei revisori, anche perché negli altri Enti che hanno partecipato alla costruzione della procedura di cessione mi risulta che i pareri siano stati positivi. Comunque, nel merito e dal punto di vista dei bilanci degli enti che cedevano, l'operazione non poteva e non può che essere valutata positivamente e quindi non comprendo il parere negativo.
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Lei si è occupato del Cic, come assessore alle partecipate, almeno sino al 2013 e come assessore al lavoro sino all’altro ieri. Ci sono delle colpe? E se ci sono di chi sono? Certo che mi sono occupato di CIC è l'ho fatto insieme agli altri soci per dare continuità operativa e garantire l'occupazione. 150 persone qualificate nel mondo dell'ICT ad Ivrea, come in qualsiasi altro posto, sono mica roba da poco. Rivendico anche di aver lavorato come Comune di Ivrea insieme alla Provincia di Torino per portare nuove attività e risorse economiche fresche che hanno consentito di tenere in piede il CIC nei momenti più difficili. Ho sempre sostenuto che c'era un gran valore in quell'azienda e il mercato lo ha confermato, infatti come è stata messa in vendita la società sono in tanti che hanno presentato offerte per acquisire le attività. Con il senno di poi di errori se ne individuano sempre ma a me sembra che una parte dei soci abbiano fatto tutto il possibile per dare continuità all'azienda mentre altri si sono disimpegnati, per loro problemi di tipo economico e finanziario, e questo ha sicuramente messo in difficoltà l'azienda perché sono mancate attività e non sono stati saldati ingenti debiti. Tra questi soci non ci sono di certo il Comune di Ivrea, il CSI Piemonte e l'ASL TO 4 che hanno con continuità fornito commesse e flussi finanziari al CIC. Nel 2004 lavorava alla Ribes Servizi Spa che nel 2006 si è fusa con la Filo nella filo Ribes che, a sua volta, dopo pochi mesi, è stata messa in liquidazione con il passaggio di alcuni dipendenti al Cic. Non si sentiva già in allora un po’ puzza di bruciato? Come dice lei io ho lavorato per Ribes Servizi ma fino al 2005 perché poi mi sono occupato e ho fatto altro e non mi risulta che ci siano stati passaggi di dipendenti tra Filo e CIC. Nell’elenco delle persone che sedevano nelle varie società partecipate confluite, i cui dipendenti sono confluiti nel CIC, è chiara l’influenza del Pd. Si può dire: tutta colpa del Pd? Di società o rami di azienda confluiti nel CIC a me ne risultano due: una è ASM Tel del Comune di Settimo Torinese; l'altro è il ramo d'azienda di INVA società informatica pubblica della Valle d'Aosta. Non mi risulta che ci siano state altre società confluite. Non so se è colpa del PD ma non mi sembra che la Valle d'Aosta in quegli anni fosse a guida PD. Non credo che ci siano delle colpe particolari ma ci sono sicuramente dei fatti e i fatti sono che la società ha provato a crescere nel 2007 incorporando una società affine e coinvolgendo nuovi soci, il Comune di Settimo e ASM, quei soci si poi  trovati in difficoltà e non hanno dato continuità tutto ciò ha generato la maggior parte dei problemi. Gli altri soci hanno cercato di compensare e trovare soluzioni per garantire l'occupazione e la continuità aziendale. A suo dire nel Cic, almeno fino al 2013, non si è un po’ esagerato con le consulenze? Una società di servizi e di tecnologie è normale che cerchi di avere un po' di flessibilità nel momento in cui deve portare avanti progetti nuovi o ha delle carenze di organico in determinati settori. Mi risulta che la flessibilità CIC la gestiva con un significativo numero di contratti interinali, qualche contratto a progetto e qualche consulente e tutto ciò mi sembra nell'assoluta normalità per un'azienda. Di che cosa si occupava nel CIC il fratello dell’attuale assessore alla sanità regionale Antonio Saitta. Penso se ne occupi ancora, dirige il settore dell'assistenza clienti e dell'infrastruttura tecnica. Perché secondo lei la minoranza e quattro della maggioranza hanno chiesto un passo indietro del vicesindaco Capirone? Francamente non lo so, sono orgoglioso di essermi interessato negli anni al CIC per cercare delle soluzioni ai problemi che man mano emergevano e per tentare di preservare un patrimonio occupazionale del territorio. Secondo lei dove si vuole andare a parare con la commissione d’indagine comunale, posto che anche lì, all’indice, c’è proprio lei? Mi auguro che la commissione non parte già con delle conclusioni. Sono convinto che la Commissione voglia cercare di comprendere le dinamiche che hanno contraddistinto il CIC negli ultimi anni. Io per quanto è nella mie capacità e conoscenza sono a completa disposizione delle Commissione. Per altro non mi sono mai sottratto al dialogo e ho sempre partecipato alle commissioni che si sono svolte.  
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