Teresio Asola e Alessandro Di Benedetto, direttore e presidente di Seta Spa
Seta fa causa al Comune di San Mauro per ritardi nel pagamento del servizio di smaltimento rifiuti. O meglio: Seta chiede (anzi, pretende) che il Comune di San Mauro paghi circa 25mila euro di interessi maturati su pagamenti avvenuti in ritardo. E il Comune resiste in giudizio: quei soldi non li vuole sborsare. La vicenda risale agli anni 2011 e 2012, quando cioè Seta non svolgeva la raccolta rifiuti a San Mauro. All’epoca, il servizio era gestito da Armellini. Seta si occupava invece di alcuni servizi tra cui lo smaltimento in discarica. Nei primi due anni di amministrazione Dallolio il Comune si trova però di fronte ad un problema: è impossibilitato a pagare l'azienda settimese. Il Durc di Seta (il documento unico di regolarità contributiva, ossia l'attestazione dell'assolvimento, da parte dell'impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di INPS, INAIL ecc) risulta infatti irregolare. Il versamento, quindi, è di fatto bloccato da problemi tecnici. Come risolvere la questione? È la stessa Seta a indicare un’alternativa, autorizzando l’amministrazione a pagare direttamente all’Inps. Cosa che San Mauro fa, anche se non per l’intero ammontare del debito in quanto versando direttamente all’Inps avrebbe pagato una cifra superiore a quella effettivamente dovuta a Seta. La restante quota il Comune la versa all’azienda Smc, colei che gestisce la discarica di Chivasso e che nutre a sua volta importanti crediti nei confronti di Seta. Arzigogolii a parte, il succo della faccenda è che l’amministrazione Dallolio ritiene di aver pagato l’intera cifra, fino all’ultimo centesimo. Tant’è che quando l’azienda settimese di raccolta rifiuti ottiene dal tribunale l'ingiunzione di pagamento, nel municipio sanmaurese tutti saltano sulla sedia. “Noi quei soldi li abbiamo versati, l’atteggiamento di Seta nei nostri confronti non è corretto” commenta l’assessore con delega al ciclo dei rifiuti, Luigi Antonetto. Per questo motivo la giunta ha proceduto con la nomina di un avvocato (Giuseppe Prencipe, dello studio Prencipe e Valgiusti, a cui viene versata una parcella di 2500 euro) per resistere in giudizio ed evitare di sborsare dei soldi non dovuti. Il 25 settembre il tribunale esaminerà il ricorso e deciderà se accettarlo o respingerlo.
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