La maglietta della ragazza era appoggiata a una sedia e le ciabatte sistemate, in ordine, a pochi passi dalla riva. Anna Schniererovà, 32 anni, di origini slovacche, residente a Ivrea, annegata, il 30 agosto scorso, nel laghetto artificiale situato nell’ex cava Cignetti di frazione Crotte a Strambino, voleva fare il bagno? L’area è stata posta interamente sotto sequestro ma il giallo si infittisce sempre di più, con gli esiti dell’autopsia effettuata dall’Istituto di Medicina legale. E’ vero, sul corpo non sono stati riscontrati segni di violenza, i polmoni erano pieni d’acqua (quindi la morte è avvenuta per annegamento) ma sul braccio sono stati individuati due buchi compatibili con punture da siringa. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore, Chiara Molinari, procedono velocemente, ma allo stato attuale esiste solo un fascicolo per omicidio contro ignoti. “Un atto dovuto - ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Ferrando - necessario per eseguire alcuni accertamenti e sulla vicenda ci sono ancora parecchi lati oscuri”. In questi giorni più volte è stato interrogato il custode, D. S., 44 anni, di Druento, unico testimone, non foss’altro che ha trascorso tutta la notte con la ragazza dopo averla conosciut in un locale di Ivrea. Ci si chiede perchè ci abbia messo così tanto a chiamare i soccorsi (anche se l’ora del decesso non è ancora così chiara) e perchè abbia ricostruito la giornata con tre versioni diverse. Prima ha sostenuto di aver litigato, di essersi allontanato per una commissione, di non averla più vista al suo rientro e di averla cercata nei boschi attorno al laghetto. Poi ha sostenuto di averle detto di non fare il bagno perché ubriaca. Infine ha raccontato di aver fatto il bagno con lei. E ancora perchè abbia cercato l’aiuto di altre tre persone (tutte ascoltate dai carabinieri), contattandole telefonicamente per avere dei consigli. “Ci sono ancora molti lati oscuri – conferma il Procuratore - bisogna mettere insieme ancora molti tasselli”. E qualcosa in più sicuramente si saprà con l’esame tossicologico, che dovrebbe essere pronto fra pochi giorni. Tra le altre cose si sta indagando anche sulla doppia vita di questa ragazza che negli ultimi tempi, si era messa a lavorare come escort. Aveva un profilo Facebook dove si faceva chiamare Ninna. Ma nel giugno dello scorso anno aveva anche aperto una pagina su un sito per adulti con il nome di Ninka pubblicando le sue foto, il numero di telefono, un messaggio di poche righe impossibile da fraintendere. Chi era la vittima? Anna Schniererova era una bella ragazza, biondissima e alta circa un metro e 80. Diciamo di quelle che non passano inosservate per la strada. A Ivrea era arrivata nei primi anni Duemila. Si era fidanzata con un uomo più vecchio di lei e aveva cominciato a lavorare come modella. Poi sarebbero arrivati i night club, il lavoro da escort, infine l’alcol e la solitudine, tanto da finire in cura al Sert. Negli ultimi tempi era dimagrita a vista d’occhio e il 28 luglio scorso aveva cercato di uccidersi gettandosi nella Dora Baltea, dal Ponte Vecchio, a Ivrea. Si era salvata aggrappandosi ai rovi ed era poi stata tirata a riva dai vigili del fuoco. Intanto martedì scorso, nella parrocchia del Borghetto sono stati celebrati i funerali. «Ora preghiamo per lei» ha detto Don Giuseppe Duretto. Tanti banchi vuoti, ma in prima fila c’erano alcuni amici e i genitori, il fratello Pavel e la sorella Cristina, arrivati il giorno prima dalla Slovacchia.
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