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RIVAROLO. Le firme false nel PD portano a Rolando Perino

RIVAROLO. Le firme false nel PD portano a Rolando Perino
Nuovo capitolo nella vicenda delle firme false alle ultime regionali del Piemonte. A due settimane dalla sentenza dei giudici amministrativi del Tar, che hanno sancito la regolarità del voto e dell'elezione di Sergio Chiamparino, la procura di Torino ha concluso l'inchiesta penale. E si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per undici persone, accusate a vario titolo di avere falsificato le firme di militanti e attivisti durante la sottoscrizione dei moduli di presentazione delle liste del centrosinistra. Tra gli indagati anche due consiglieri regionali, Daniele Valle del Pd - new entry nell'elenco dell'indagine coordinata dai pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis - e Marco Grimaldi, di Sel. Con loro anche gli ex consiglieri provinciali Pd Pasquale Valente e Davide Fazzone, il presidente della circoscrizione 5 di Torino, Rocco Florio, i dipendenti del Partito Democratico Cristina Rolando Perino e Mara Milanesio. E ancora gli attivisti Tina Pepe, Stefania Zicarelli, Salvatore Palermo e Alessandra Orlandi. Cinque invece gli indagati per cui i magistrati hanno chiesto l'archiviazione, tra cui la consigliera regionale del Pd Nadia Conticelli. Dopo che il Tar ha deciso di considerare valida l'elezione regionale del 2014 e di rinviare la decisione sulle validità solamente in relazione alla lista Pd di Torino, subordinandola però alla presentazione di una querela per falso, l'inchiesta dovrà dunque chiarire le eventuali responsabilità penali nella vicenda. Che continua a sollevare polemiche politiche. Il leghista Roberto Cota, scalzato da governatore del Piemonte proprio per una vicenda di firme false, vuole vederci chiaro. "Firme false Pd? Chiusura indagini? Non saprei cosa dire, aspetto di capire", scrive su Facebook. "Qualche giorno fa ci hanno detto che le firme del Pd false sono solo un pochino - aggiunge con una punta di ironia - quel tanto che basta a salvare Chiamparino...". Ancora più esplicita Sara Franchino, legale di alcuni cittadini, il cosiddetto 'team Pensionati', che si sono costituiti come persone offese nel procedimento penale. "Non avevamo dubbio alcuno che sarebbero saltati fuori nuovi indagati - sostiene -. Questa, comunque, è la dimostrazione che la sentenza del Tar è da censurare. Non capiamo come Chiamparino e Gariglio (segretario piemontese del Pd e capogruppo in Consiglio regionale, ndr) possano rimanere sulle loro seggiole...". "La giustizia c'è", dice invece la Conticelli, uscita a testa alta dall'inchiesta, rivolgendosi "ai compagni che nelle prossime settimane dovranno chiarire la loro posizione". Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario del Pd torinese, Fabrizio Morri. "Siamo diventati un partito dove quasi c'è la soddisfazione di alcuni per gli avvisi di garanzia che arrivano da altri. Si usa una disgrazia per fare politica e questo atteggiamento è inaccettabile. Il Pd - conclude - non è un'associazione criminale che andava a fotocopiare firme false".    

Rolando Perino

Sarebbe stata proprio lei, Cristina Rolando Perino ex segretaria della Federazione canavesana del Partito Democratico a falsificare le firme di Pasquale Valente su decine di elenchi a sostegno delle liste che appoggiavano Chiamparino alle elezioni regionali. Rolando Perino, classe 1975, è oggi una dipendente del Pd. L’inchiesta era nata dall’esposto presentato nel luglio scorso alla procura di Torino dall’europarlamentare leghista Mario Borghezio e dall’ex consigliere provinciale leghista Patrizia Borgarello. All’inizio del mese i giudici del Tar del Piemonte avevano dichiarato inammissibile il ricorso sul listino del presidente Chiamparino e sulla lista provinciale del Pd di Cuneo e della lista Monviso, salvando di fatto la legislatura regionale. Ammesso con riserva il ricorso sulla lista provinciale del Pd di Torino, per il quale servirà però una querela di falso.
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