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SETTIMO. Tutti contro il parco "Berlinguer"

SETTIMO. Tutti contro il parco "Berlinguer"
Si sta lavando una mezza sollevazione – non tanto popolare - contro l'intitolazione del parco Bordina a Enrico Berlinguer, promossa da una petizione a prima firma del comunista Dino Sportiello e avallata informalmente dal democristiano Silverio Benedetto. La novità è che la maggioranza non riesce a imporre l'ex segretario Pci in commissione toponomastica. Lo sanno bene in Comune, tanto che l'ultima riunione, prevista per lunedì scorso, è slittata a dopo le ferie. Ufficialmente per sopraggiunti impegni del sindaco, in realtà perchè il Pd non aveva i numeri.   I conti sono presto fatti: in commissione siedono in 7. Il Pd può contare su due voti certi: quello di Ivo Bissoli e quello del sindaco Fabrizio Puppo. Poi ci sono tre esponenti delle opposizioni: Felice Scavone (FI), Andrea Favilli (M5S) e Paolo Roncali (Uniti per Settimo). Nessuno di loro, dopo le recenti polemiche, si lascerà facilmente convincere a portare acqua al mulino della maggioranza. Poi ci sono i “laici” Grazia Cecchin (esponente dei commercianti) e Paolo Silvetti, vicepresidente del Gruppo Ricerche Etnografiche Settimesi.   Quest'ultimo difficilmente accetterà Berlinguer. “La nostra associazione si sta battendo per valorizzare i toponimi. Noi spingiamo perchè quel parco continui a chiamarsi Bordina, in memoria della cascina che ancora sorge poco lontano. È l'unico modo per non perdere questo patrimonio storico. Peraltro in un periodo di generale avversione alla politica al Gres sembra inopportuno puntare di nuovo su un politico. I parchi di Settimo, da questo punto di vista, hanno già dato”.   Ecco perchè alla maggioranza serve tempo, serve che si calmino le acque e soprattutto servono voti. Possibile che li trovi cercando un compromesso: oltre al parco Bordina, ci sono da battezzare il parco Castelverde, il parco del Po e il sottopasso di corso Piemonte. Fermo restando che il Pd non ha nessuna intenzione di rinunciare a Berlinguer, ci sarà da accontentare tutti e cercare “l’inciucio” meno svantaggioso.   Gli scudi contro Berlinguer, comunque, si levano un po' da tutte le parti. Dall'ex consigliere Tommaso Curello, per esempio: “Quando ero in maggioranza promossi l'intitolazione del terzo parco (dopo Pertini e De Gasperi) a Giuseppe Saragat. Solo che ormai, poiché non faccio più parte della maggioranza i patti vanno a farsi benedire. Però non è corretto. Con tutto il rispetto per Berlinguer, non era neanche presidente della Repubblica (come del resto neppure De Gasperi, ndr)”.   Poi c'è Rosangela Cravero, presidente del Forum Donne, che ingrossa le fila delle femministe di casa nostra, in cui milita già la bellicosa Caterina Greco. Quest’ultima si è fatta approvare dal consiglio unanime un ordine del giorno che promuove l'intitolazione delle vie alle donne. Peccato che quella direttiva sia stata completamente dimenticata una prima volta un mese fa, quando la sala consigliare è stata dedicata a Giovanni Ossola, e una seconda volta ora che c'è da battezzare il parco Berlinguer.   Insomma, alla Cravero esce fumo dalle orecchie. Tanto che ha inviato una lettera di fuoco al sindaco e ai consiglieri in cui lamenta lo “snobbamento” delle donne con parole dure “Come considerare il tutto? Una presa in giro? Una prova di forza o di capacità reattiva? O peggio una assoluta non considerazione di genere? Come donna, come cittadina e come presidente del Forum Donne chiedo di rivedere questa posizione scegliendo tra le donne che hanno lasciato un segno, un significato etico, umano, culturale importante”.   E i grillini? Hanno lanciato addirittura un sondaggio online, “Cinque donne per cinque vie”, in cui è possibile esprimere le proprie preferenze fra varie illustri personalità femminili, da Ilaria Alpi a Grazia Deledda, da Tina Anselmi a Nilde Iotti.  

lorenzobernardi@giornalelavoce.it

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