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ROMANO. Maggioranza a rischio. Per un paese da vivere: "era facile essere profeti..."

ROMANO. Maggioranza a rischio. Per un paese da vivere: "era facile essere profeti..."

Il gruppo di minoranza "Per un paese da vivere"

Si sa, nessuno è profeta. Sarà anche per questo che l'esito elettorale del maggio 2014 è stato pesantissimo per la lista "Per un paese da vivere", annientata dall'attuale maggioranza.

"Troppo polemici..." si era sentito dire in paese, tra i motivi della sconfitta. Da allora il gruppo, che aveva sostenuto la candidatura a Sindaco di Stefano De Bei, si è rintanato nel silenzio. "Dopo tutto ciò che abbiam fatto in cinque anni, per informare la popolazione... Se ai romanesi sta bene così, ci facciamo da parte" han sottolineato, in lungo e largo, De Bei e colleghi.

Oggi, con o senza la minoranza, stanno venendo al pettine i difetti di un'Amministrazione Comunale che stenta a stare in piedi. Nuovi attriti, all'interno del gruppo "Progressisti per Romano". Prima, ha alzato i tacchi Valter Porrini, rassegnando le dimissioni da Vicesindaco a poche settimane di distanza dalla vittoria. Adesso cominciano a storcere il naso anche il nuovo Vicesindaco Francesco Zappia e l'Assessore al Bilancio Silvana Carletti.

Motivo? Stanchi di un Sindaco, Oscar Ferrero, troppo debole, che non sa dir di no. Col risultato di aver votato, "per esempio", in seno all'Unione di Comuni, di cui è Presidente, a favore del rinnovo dell'appalto relativo al servizio mensa. Alla condizione, inammissibile secondo i "suoi", di chiudere la mensa interna della scuola elementare romanese. Apriti cielo. La maggioranza sta cascando come un castello di sabbia. E senza che la minoranza abbia mosso un dito.

"Essere profeti era molto semplice – torna a rinfacciare, oggi, "Per un paese da vivere", attraverso un comunicato stampa -. A noi la questione è parsa evidente fin da subito, ed anche questo lo avevamo predetto: personaggi tanto diversi, obiettivi e finalità divergenti non avrebbero avuto lunga vita. E così è stato. E poi, bastava assistere ad un qualsiasi Consiglio dell’Unione per capire chi conduceva la danze e quali erano i ballerini che ballavano al suono della musica imposta".

La maggioranza di Romano, infatti, oggi attacca il Sindaco di Strambino Sonia Cambursano, giudicata troppo arrogante. Ma già nel 2013 (allora era Sindaco a Strambino Savino Beiletti), De Bei e colleghi (insieme alle minoranza degli altri paesi) sollecitavano di "dare un taglio", per non essere fagocitati dal Comune più grande che, con i suoi oltre cinquemila abitanti, non avrebbe nemmeno bisogno di stare in un'Unione, destino a cui, invece, sono quasi costretti i piccoli Comuni (lo Stato è sempre più intenzionato a diluire i finanziamenti e a destinarli soltanto a chi si associa).

"Noi l’avevamo detto e sostenuto con vigore che l’Unione Comunale non poteva reggere così come era stata concepita – ribadisce "Per un paese da vivere" -. Il nuovo Statuto ne è la prova. La nostra non era e non è avversione preconcetta verso gli amministratori amici di Strambino, con cui si è sempre collaborato e si continuerà: in questo caso però, a nostro dire, mancavano i presupposti di fatto per il buon risultato dell’operazione, senza altri atti d’accusa. I partners non erano soggetti alla pari, omogenei, tutto qui. Ora il Sindaco Ferrero si sente offeso di fronte all’intransigenza e al rifiuto di considerare le necessità di Romano da parte dei Sindaci della Unione".

Oggi Ferrero, pungolato dalla sua Giunta, protesta, infatti, e minaccia l’uscita di Romano dall’Unione che però ormai, secondo Statuto, non potrà avvenire prima del 1° gennaio 2017.

Secondo "Per un Paese da Vivere", "i presupposti sono molto neri: il presente mostra il grado d’incapacità a governare di questa Amministrazione sballottata come foglia dal vento, dove gli Amministratori non si confrontano tra loro. Ora l’euforia è scemata e la cruda realtà si sta manifestando con tutta la sua evidenza negativa".

 
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