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IVREA. Ivan Pescarin ha detto sì alla carica

IVREA. Ivan Pescarin ha detto sì alla carica

Pescarin Ivan, ex presidente cda Aeg

Alla fine ha accettato la carica. Anche lui. Ivan Pescarin, ex numero uno dell'Aeg e oggi messo in minoranza, ha fatto venir le croste al nuovo cda, prima di dire sì alla carica. Insieme a Pescarin, alla fine della settimana scorsa, ha accettato, per la lista "Cooperazione, impresa e socialità", anche Antonio Castiello, in base ai risultati delle elezioni che si sono svolte ad Ivrea e Saluggia tra il 19 ed il 20 giugno, con scrutinio avvenuto lunedì 29 giugno presso la sede di via dei Cappuccini.

I vincitori della lista "Futuro 1901" avevano accettato la sera stessa: il nuovo Presidente Andrea Ardissone insieme a Natalina Buscaglia, Alessandro Sabolo, Massimo Sosso e Alberto Zambolin. Eletto nel contempo anche il nuovo collegio sindacale: Paolo Coda Negozio, Paolo Debernardi, Calogero Terranova, supplenti Diego Borla e Dario Quaccia.

La mancata accettazione di Pescarin ha sortito un certo prurito, non foss'altro perché ha costretto Ardissone a restare in attesa prima di poter convocare l'assemblea. La ragione? Che Pescarin fosse indeciso è da escludere. Probabilmente ha voluto far girare un po' le scatole, fin dall'inizio. "Non rilascio dichiarazioni" commenta al telefono, ma fin dalla campagna elettorale ha fatto capire che darà filo da torcere.

E gli argomenti non mancano. In primo luogo il Comune di Ivrea dovrebbe appaltare, entro il mese di ottobre, secondo la normativa (ma corre voce che il termine potrebbe essere prorogato di qualche mese) la gara per l'assegnazione della rete di distribuzione del gas, contesa da Aeg Reti, controllata al cento per cento da Aeg Coop e già proprietaria del circa il 60 per cento della rete nella zona che si estende grossomodo da Carema e Volpiano, e Italgas, proprietaria dell'altro 40 per cento.

L'una dovrà trovare i soldi necessari per acquisire la porzione di rete dell'altra. Fino a pochi mesi fa, prima che emergesse il buco Tradecom (un mancato introito di 35milioni di euro) Aeg Reti pensava di presentarsi forte della garanzia data dalla cooperativa. Adesso, di fronte al bilancio, quadrato soltanto grazie ad una "furbata" (la cessione della rete da Aeg Coop ad Aeg Reti, secondo la legge che ha diviso la distribuzione dalla vendita è stata collocata tra le entrate ordinarie anziché straordinarie), può darsi che le banche non si fidino, e quindi chiudano i rubinetti. Occorrerà, quindi, trovare partner terzo, un partner del settore.

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