In quale situazione versano gli edifici scolastici di proprietà del Comune? Una domanda banale, talmente banale che c’è chi fugge di qua e chi fugge di là... Sembra quasi un segreto di Stato. Palpabile e incredibilmente vera una raccapricciante volontà di nascondere la polvere (anche d’amianto) sotto il tappeto. Così, la scorsa settimana, dopo aver inutilmente insistito per ore e ore, settimane e mesi, tre esponenti della Commissione “assetto e uso del territorio”, Paolo Bertolino, Francesco Comotto e Alberto Tognoli hanno preso carte e penna e scritto al sindaco e al presidente del consiglio Elisabetta Ballurio. Denunciano di non aver ricevuto la documentazione necessaria per potersi fare un’idea chiara ma anche di aver appreso un disastro che sembra la cronaca di un day after. “Caro sindao, delle 18 scuole di proprietà comunale, 3 risulterebbero sprovviste di certificato di agibilità, a 7 mancherebbe il certificato di prevenzione incendi e per 6 di queste sembrerebbe non esistere nemmeno la relativa domanda...”. Tutto qui? Macchè! “In 12 scuole non è presente la denuncia di messa a terra dell'impianto elettrico e in 7 non esistono certificati di prova dell’impianto. In 7 scuole mancano le certificazioni dell'impianto termico, in 2 quelle dell'impianto elettrico e in 12 quelle dell'impianto idrico-sanitario.” Finita qui? Assolutamente No. “Non ci sono 5 dichiarazioni di conformità delle porte tagliafuoco e per 8 manca la relativa omologazione. Mancano le dichiarazioni di corretta posa di tutti i maniglioni antipanico e delle uscite di sicurezza...”. E poi problemi con gli impianti antincendio, con gli idranti, con i collaudi statici eccetera, eccetera.. Una situazione sconcertante considerando che l’analisi non prende in considerazione la presenza dell’amianto e che le verifiche si concentreranno in soli 4 edifici pubblici su 33. Preoccupati? “Certo che sì. Non possiamo tacere, nè sottovalutare. Vogliomo risposte immediate in consiglio”. E lì la battaglia tra chi crede che i soldi, anche della Fondazione Guelpa, debbanno essere utilizzati per la sistemazion degli edifici e chi invece li ha spesi per la candidatura Unesco è destinata a divampare. Vista da fuori non c’è alcun dubbio che la ragione stia tutta dalla parte di chi ha a cuore la sicurezza dei propri figli, ancor più quando sono a scuola.
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