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IVREA. Aeg, siamo alla resa dei conti

IVREA. Aeg, siamo alla resa dei conti

Pescarin Ivan, ex presidente cda Aeg

Assemblea caldissima. Anzi, bollente. Di quelle che non s’erano mai viste nella storia dell’Aeg. Venerdì scorso una sequela di polemiche e di attacchi contro Ivan Pescarin ha caratterizzato la serata, durata ben otto ore! Nell’occhio del ciclone, il buco da 35milioni di euro Tradecom. Tanti soldi che, per gli oppositori, portano il bilancio in passivo. Non fosse per la “furbata”, messa in atto dal cda, e contestata dal collegio sindacale nella sua relazione, di inserire, a compensazione, la plusvalenza, generata dal conferimento del ramo d’azienda ad Aeg Reti Distribuzione srl (che fino allo scorso anno affittava le tubazioni del gas e che dal 2015 la acquisisce, come previsto dalla nuova normativa in materia), che porta ad un + 53,4milioni di euro. “Quella voce andava indicata tra le entrate straordinarie, e non nelle ordinarie” han protestato i rappresentanti della Lista 1901 ed i loro sostenitori. Una furbata, essia. Lo ha ammesso anche, palesemente, il direttore Vincenzo Lilli. “L’abbiamo inserita nelle entrate ordinarie – ha spiegato – per due ragioni: intanto perché in questa voce era stato sempre indicato l’affitto della rete (circa 2 milioni di euro l’anno), e poi per avere maggiore attrattiva con le banche, per garantire quello che in economia è chiamato il ‘primo margine'”. In gioco c’è la gara d’ambito, per l’acquisizione dti tutta la rete del territorio dell’Atem To5, cioè in tutta l’area a nord di Torino, che si estende da Carema a Volpiano. Aeg Reti, controllata al cento per cento da Aeg Coop, che secondo un’autoperizia (che andrà avvalorata dall’ente appaltatore, ossia il comune di Ivrea) è oggi proprietaria di una rete dal valore di circa 62 milioni di euro, deve vedersela con un unico avversario, l’Italgas, che detiene l’altro pezzo di rete per il valore presunto di 40 milioni di euro. Chi vincerà, quindi, dovrà prendersi anche la rete dell’altro e tirar fuori la rispettiva somma. E come potrebbe trovare, Aeg Reti, 40 milioni, se la “mamma” Aeg Coop ha un bilancio in passivo? I casi sono due: o Aeg Coop trova i soldi, o si inserisce un azionista. Proprio a questo dovrebbe servire la messa in scena del bilancio: a catturare l’attenzione delle banche. A dire il vero, ci sarebbe anche una terza via: che Aeg Coop, non riuscendo ad ottenere un prestito, decida di ricorrere all’aumento del capitale sociale o di aumentare il prezzo del gas. Per chiudere in positivo, il cda uscente, non avrebbe potuto far altro se non ciò che la lista Futuro 1901 contesta. A questo punto, però, verrebbe meno il principio che ha ispirato la costituzione della cooperativa: garantire ai soci una fornitura a basso costo. “Per garantire il ristorno ai soci (cioè il rimborso di una percentuale della bolletta), si andrà ad intaccare il patrimonio” protestano, ancora, gli oppositori. Sotto accusa anche le modalità di voto. Vista la mole di presenti, Pescarin ha da subito proposto di inserire le schede nelle scatole: chi era favorevole non avrebbe dovuto apporre alcuna crocetta, sulla scheda soltanto le diciture “contrario”, “astenuto” e “verbalizzato”. In barba allo Statuto secondo cui si debba contare per “alzata di mano”. Troppo complicato con tanta folla, alla fine si è proceduto con appello nominale. Si sono alzate urla di disapprovazione poi quando Pescarin, a notte ormai inoltrata, ha voluto mettere al voto la rinuncia all’azione di responsabilità, nei suoi confronti, che il collegio Sindacale ha invitato, all’unanimità, ad intraprendere, con deliberazione del 28 maggio scorso. Tra quei pochi rimasti in assemblea, i contestatori lo hanno invitato a cedere il microfono al Vicepresidente Gianni Cimalando. Palla rinviata al dopo elezioni. Sul buco Tradecom Pescarin continua a difendersi: “è un mancato introito”. Aeg aveva firmato un contratto quadro, secondo cui la fideiussione andava adeguata man mano che aumentava il fatturato, con il vincolo di legge che, come succede in questi casi, Aeg non poteva interrompere la fornitura ma ha dovuto erogare gas ancora nel periodo tra aprile e giugno 2014. “Tradecom presentava garanzie, non foss’altro perchè fondata da Confesercenti ed in rapporti con le grandi aziende del settore energetico” è ancora la difesa di Pescarin. Eppure, secondo il collegio sindacale, Aeg Coop doveva tener conto di alcuni dati, rilevabili con una semplice visura al Registro delle Imprese di Roma: delle dimissioni di vari amministratori e del collegio sindacale di Tradecom nel 2013, del contenzioso già con un altro fornitore nello stesso anno ed il peggioramento dei risultati economici rispetto ai bilanci precedenti, con un capitale sociale piccolo rispetto alle dimensioni del fatturato. Ad apposita domanda, il cda uscente ha dichiarato che, tolta Tradecom, l’insoluto medio si attesta al 2 per cento. Tempestive secondo alcuni, tardive secondo altri, le iniziative messe in campo dopo il grosso inciampo da 35 milioni: a dicembre 2014 è stata fatta un’assicurazione sui crediti che copre le partite Iva, non i privati, ed è stato costituito un comitato rischi che valuti quali società presentino garanzie forti per siglare i contratti.  

I NUMERI

  Ad occhio e croce Ivan Pescarin dovrebbe farcela. Sul filo del rasoio, ma potrebbe essere rieletto Presidente. Ancora per un triennio, fino al 2017. Lo si saprà con certezza il 29 giugno, data dello spoglio finale presso la sede di Aeg in via dei Cappuccini. Per il momento parlano i numeri dei favorevoli al rendiconto di gestione 2014. Fosse stato soltanto per Ivrea, l’ottantenne colonna della cooperativa del gas eporediese, se la sarebbe vista brutta. Sui 1.141 presenti all’assemblea dello scorso venerdì sera alle Officine H, 518 sì, 199 no e 424 astensioni (tra contrari ed astenuti, quindi, un totale di 623 voti). Un’assemblea che, iniziata alle 18 in punto, è durata fino alle 3 di notte, tra una trafila di interventi, proteste nel merito del documento economico e sulla forma, sull’organizzazione della serata e sulle modalità di voto. Ma l’assemblea di Saluggia dell’indomani ha calmato i brividi di Pescarin: presenti 40 soci, 32 per delega, per un totale di 72. Alle 20,15 l’incontro, iniziato sempre alle 18, sotto il tendone nel cortile del Centro Vita, si è concluso con un gradito apericena. Risultato: 67 favorevoli, 2 contrari, 3 astenuti. Sommando il tutto significa 585 sì, 427 astenuti (fra cui il Vicepresidente Aeg Gianni Cimalando) e 201 contrari. E lo Statuto indica che si delibera “a maggioranza dei presenti”. A maggioranza assoluta, quindi, o a maggioranza relativa? E’ il punto su cui, se il bilancio verrà inteso come approvato, si scalderanno i ricorsi della lista avversaria Futuro 1901. Nel caso di sconfitta, perché la squadra guidata da Andrea Ardissone, che si pone come la novità e l’alternativa a Pescarin, conta di aver calamitato i voti degli astenuti, nella scelta del nuovo cda. E’ tutto da vedere.
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