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29 Giugno 2015 - 15:00
E' alle battute finali il processo scaturito dalla contesa per l'eredità milionaria lasciata da Battista Perucca, il Paperon de Paperoni della Val Soana mancato nel 2008.
Caso chiuso. Almeno per Silvano Crosasso, primo ex-sindaco di Valprato Soana. In Appello i giudici hanno formulato una sentenza di "non doversi procedere" per intervenuta prescrizione del reato. L'11 aprile scorso, infatti, è scaduto il termine dei sette anni e mezzo fissato per il reato di circonvenzione d'incapace. Risale infatti all'11 ottobre del 2007 la sottoscrizione del nuovo testamento con cui Perucca lasciava tutti i suoi averi (conti correnti e proprietà immobiliari per un valore di oltre nove milioni di euro) alla famiglia Crosasso, e che andava a sostituire un precedente testamento in cui invece i beni venivano suddivisi tra i vari nipoti.
La posizione di Silvano Crosasso era stata stalciata per un difetto di notifica durante il ricorso in Appello presentato da alcuni parenti: Piero e Renato Perucca, Gianfranco Martinelli, Lucia e Michele Crosetto si erano opposti alla sentenza di assoluzione pronunciata, in primo grado, dal giudice Mancini del tribunale di Ivrea, nei suoi confronti e nei confronti della moglie Renata Martinelli e del figlio Danilo, Sindaco di Ronco. Per questi ultimi due, proprio per lo scorporo del fascicolo, resta invece pendente il ricorso, presentato per mano dei legali difensori Ferdinando Ferrero e Costanza Casali, contro la sentenza di secondo grado, per cui si attende la fissazione dell'udienza in Cassazione: la Corte d'Appello di Torino li aveva condannati, con sentenza pronunciata nell'autunno 2014, alla pena di un anno a sei mesi di reclusione con condizionale. Una sentenza più mite rispetto ai due anni e due mesi di reclusione richiesti dal sostituto procuratore Virginia Borgani. Mentre erano stati assolti il notaio Sergio D’Arrigo e i due testimoni testamentari, Alberto Guidetto ed Ezio Bertoglio, inizialmente coimputati.
Restano in piedi due possibilità: o il reato sarà prescritto, com'è probabile, oppure al la Cassazione potrà dichiarare il ricorso inammissibile e allora, in quel caso, vabberre confermata la condanna pronunciata in Appello.
E resta di conseguenza congelato il procedimento civile, con la richiesta di risarcimento dei danni morali e materiali presentata dagli altri nipoti. Loro continuano a sostenere che la famiglia Crosasso avesse indotto il Perucca a firmare il nuovo testamento, nei suoi ultimi mesi di vita, trascorsi in ospedale in seguito ad una caduta domestica.
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