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RIVARA. Crolla il muro del Castello, proprietà condannata a ricostruire ma i lavori non sono ancora stati eseguiti

RIVARA. Crolla il muro del Castello, proprietà condannata a ricostruire ma i lavori non sono ancora stati eseguiti

Sta cadendo a pezzi il muraglione sud del Castello di Rivara. Al punto di mettere a repentaglio la sicurezza di un paio di abitazioni dirimpettaie, già danneggiate da un crollo risalente a diversi anni fa. Il Tribunale di Ivrea ha già condannato la società cooperativa Castello di Rivara A R.L., al risanamento del muro. La sentenza è stata emessa il febbraio scorso, in sede civile, dal giudice Rossella Mastropietro. Senza risultati. Nonostante la perizia, affidata al Ctu, abbia confermato il pericolo di "futuri ed imprevisti crolli di ulteriori porzioni". Ad oggi, nonostante i ripetuti solleciti da parte dei vicini di casa, ed anche da parte della Sovrintendenza, i lavori non sono mai iniziati. "Una vergogna" tuona il medico Francesco Pingitore, proprietario di una vecchia cascina. Assistito dall'avvocato Andrea Bertano aveva sporto denuncia perchè la porzione di muro, cadendo giù, aveva travolto la sua tettoia. Fatti troppo datati (il crollo risalirebbe al 2003 e le richiesta risarcitoria a cinque anni dopo, nel 2008), per cui il giudice ha ritenuto di non dover stabilire alcun risarcimento danni. "Ma ogni volta che piove – spiega il legale – la stabilità del muro viene compromessa, non si può più attendere".

Il C.T.U. ha evidenziato che già “a livello visivo la muratura evidenzia, per tutta la propria estensione, innumerevoli, importanti e profondi fenomeni lesivi di fessurazione (da una larghezza minima di 5 cm ad un massima di circa 16 cm), dovuti principalmente a deficienze statiche e ad alterazioni fisico-chimiche dei materiali impiegati, causa dei rilevati distacchi, deformazioni strutturali, dei collassi e dei rigonfiamenti, originati in primis per la vetustà della muratura e da spinte idrostatiche, in quanto nei fori di scolo crescono a causa della scarsa manutenzione molte piante, arbusti, sterpaglie infestanti che con le loro radici impediscono il deflusso spontaneo dell’acqua piovana e contribuiscono a lesionare ed a creare pressioni e forze ulteriori e dannose alla muratura già compromessa, così come anche le piante d’alto fusto e la coltivazione dell’orto posti a ridosso del muro". Il Ctu conclude: “in ogni caso, si consiglia di intervenire con una certa sollecitudine". I lavori, scrive il giudice, vanno eseguiti conformemente alle autorizzazioni e prescrizioni del Ministero dei Beni Culturali ed ambientali, a cura e spese della cooperativa. Peccato che in questi mesi, dalla sentenza civile del febbraio scorso, la proprietà abbia posto qualche transenna, ma non abbi fatto nulla. Per questo c'è anche un decreto penale di condanna firmato dal gip Cugge su richiesta del Pm Boscagli.

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