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IVREA. Insulta rabbino, risarcimento ad associazione che lotta contro antisemitismo

IVREA. Insulta rabbino, risarcimento ad associazione che lotta contro antisemitismo

Comunità Ebraica

Potrà essere destinato ad associazioni che si occupano della lotta all'antisemitismo il risarcimento danni che un eporediese rischia di dover corrispondere a due rappresentanti della comunità ebraica di Ivrea, per alcuni insulti razzisti, rivolti loro, per strada, il 21 marzo del 2013. "Maledetto ebreo, e a te, se non t'hanno ammazzato i tedeschi, t'ammazzo io" aveva inveito, contro il rabbino ed un fedele, a pochi passi dalla Chiesa ebraica della Città, Loris Zanufo che ora si trova imputato, presso il Tribunale di Ivrea, difeso dall'avvocato Giovanni Coniglio. Lunedì scorso, durante l'udienza che si è tenuta a Palazzo Giusiana, di fronte al giudice Claudia Maria Colangelo, ha tentato di far "mea culpa", ha provato a scusarci con i due destinatari di quelle pesanti ingiurie, chiedendo di essere ammesso a lavori di pubblica utilità. Ma non è riuscito a farla franca. Né Alberto Somec, il rabbino, né Aldo Caini si sono resi disponibili a ritirare la querela sporta nei suoi confronti subito dopo l'a dir poco spiacevole accaduto, due anni fa. "Vengo puntualmente a far lezioni a Ivrea – ha spiegato Somec -, ho il compito di avvertire le forze dell'ordine. Per noi è anche un precetto religioso mandare avanti la giustizia, in ogni caso. Soltanto oggi quella persona mi ha chiesto a malapena scusa. Che sia fatta la legge dello Stato". Molto più risentito Caini, che quel giorno aveva preso le difese del rabbino, inchiodando Zanufo al muro e suggerendogli di chiudere la bocca e ritornarsene a casa con i suoi pregiudizi. "Diciassette miei famigliari sono stati bruciati, deportati ad Auschwitz – ha sottolineato Caini -, e quando aveva sofferto mia madre, che s'era convertita all'ebraismo, quando fu scoperta e portata in caserma e riempito di tante botte che per tutta la vita dovrà portare un busto in gesso. Non posso dimenticare". Le due persone offese non si sono costituite parti civili, "non sono i soldi che ci interessano" hanno motivato, ma hanno proposto di destinare l'eventuale risarcimento danni ad associazioni che combattono il razzismo religioso.

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