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14 Giugno 2015 - 12:40
Andrea Ardissone
Andrea Ardissone è candidato alla Presidente di Aeg con la lista "Futuro 1901 – Insieme con Energia".
L'assemblea si svolgerà il 19 giugno alle 18 presso le Officine H. Con criteri cambiati rispetto all'assemblea dei soci del 2012. Se prima valevano le candidature singole, con la possibilità di esprimere fino a sette preferenze per eleggere sette membri, oggi (con una modificata statutaria apportata nel 2014) vale il voto di lista bloccata, nell'ottica di garantire la presenza di una maggioranza e di eventuali opposizioni. Ecco dunque i requisiti: le liste devono essere formate da cinque persone, tutte entrano, se si tratta della lista vittoriosa. Due rappresentanti per la seconda arrivata, e terzo in caso di ulteriori liste.
Nato il 21 aprile del 1972, laureato in Filosofia all'Università di Torino, in tasca un Master in Economia delle Società Cooperative presso l'Università di Bologna, Ardissone ha fondato e diritto la Cooperativa "Alce Rosso" e poi il Consorzio Copernico. E' componente del Consiglio Direttivo Nazionale di Assogas. Dal 2011 è stato consigliere delegato alla Pianificazione e Controllo in Aeg Reti Distribuzione, di cui ha assunto la guida nel 2013, come Presidente e Rappresentante Legale. Si è dimesso il 5 maggio scorso, proprio per presentarsi alla elezioni di Aeg Coop.
Tanto per chiarire il rapporto tra le due società: Aeg Reti è controllata al cento per cento da Aeg Coop. Dal 2002 ha gestito la distribuzione in 45 Comuni, secondo il Decreto Letta sulla libera concorrenza, che ha determinato la separazione dei due settori della distribuzione e della vendita (questa rimasta in capo ad Aeg Coop). Fino ad oggi Aeg Reti affittava l'infrastruttura ad Aeg Coop, che gliel'ha conferita all'inizio di quest'anno in vista della gara d'ambito (che comprende 80 Comuni, da Volpiano a Carema) per la gestione dei tubi che portano il gas nelle case. Con la cessione, però, Aeg Coop ha anche "scaricato" ad Aeg Reti il buco di 35milioni di euro causato dal mancato pagamento della fornitura da parte della società Tradecom.
Come nasce la vostra lista? Abbiamo cominciato sei mesi fa a costituirla. Ho puntato sulle competenze: finanza con Alberto Zambolin (già direttore dell'Unità Informazione Finanziaria del Gruppo Sole 24 Ore e specializzato nella Comunicazione digitale per grandi Società quotate in Borsa), managment con Massimo Sosso (consulente di impresa e Presidente Ivrea Parcheggi), bilancio e fiscalità con Alessandro Sabolo (consulente fiscale e societario), conoscenza dell'azienda con Natalina Buscaglia (dal 1968 al 2007 ha lavorato in Aeg). Siamo dell'idea che Aeg sia un importantissimo attore per lo sviluppo ed anche per creare attività e lavoro. Ma per farlo riteniamo si debba tornare allo spirito delle origini (da qui il nome della nostra lista): deve avere delle ricadute territoriali. Non vi soddisfa la piega ambziosa che ha assunto l'azienda, rivolgendosi ai grandi investitori? No, perché ha puntato solo all'aumento del fatturato, inglobandone i problemi che han portato ad una mancata riscossione di 35 milioni di euro, uguale a 114 anni di accumulo di un patrimonio che il Canavese non ha più. Non sono recuperabili, se non in una minima parte, sono persi. Noi non diciamo no ai grandi clienti, pensiamo che l'espansione debba avvenire sia verso i piccoli che i grandi consumatori. Come pensate di farlo, allora? Pensiamo che sia sbagliato stringere accordi con intermediari come Tradecom, che gestisce novemila negozi i quali han pagato le forniture. E' troppo per una cooperativa. L'espansione dev'essere controllata, è necessario avere tutte le assicurazioni e tutte le fideiussioni necessarie per tutelarsi. Nel caso Tradecom mancavano, ed è la ragione per cui i Sindaci di Aeg hanno promosso un'azione di responsabilità verso il Presidente uscente Ivan Pescarin, come si evince dalla relazione allegata al rendiconto 2014, disponibile dal 1° giugno ai soci, e che sarà all'ordine del giorno dell'assemblea del 19 giugno. Quali sono le altre differenze tra il vostro programma e quello della nuova lista di Pescarin? Non lo so, perché il suo programma non l'ho visto. Posso elencare quali sono i nostri punti. Tra questi c'è proprio la trasparenza: bisogna parlare al socio comune, non solo al tecnico. Noi abbiamo creato un sito, una pagina facebook, abbiamo diffuso il nostro programma e ci siamo presentati martedì sera pubblicamente al Polo Universitario di via Montenavale. Com'è il bilancio di Aeg Coop? Positivo, perché la perdita di 35milioni di euro è compensata dalla plusvalenza generata dalla cessione della rete ad Aeg Reti. Peccato che la perdita sia di soldi veri, mentre la plusvalenza è sulla carta. Che succede se Aeg Reti non vince la gara d'ambito? Sparisce, portando via con sé il debito. Noi però crediamo che la gara di debba vincere, altrimenti la distribuzione verrà gestita da Torino, e avremo perso un altro tassello della territorialità. Come mai ha deciso di dimettersi da Aeg Reti per la Presidenza di Aeg Coop? Proprio perché credo sia necessario vincere la gara d'ambito. Aeg Reti è tecnicamente preparata, ma ha bisogno del sostegno di Aeg Coop, che è mancato da parte del cda uscente. Sostegno significa che Aeg Coop deve creare il più possibile occasioni di lavoro, in primo luogo fornendo il gas a migliori condizioni economiche e contrattuali per attrarre insediamenti. Riguardo ai privati, si possono aumentare i consumatori rendendo più appetibile il servizio, che vuol dire avere costi più concorrenziali, migliorare gli sportelli, implementare i servizi di lettura, permettere a chi è in difficoltà di dilazionare i pagamenti. Aspetti che il cda uscente ha sacrificato. Tanto è vero che oggi abbiamo 22mila soci consumatori ma prevalentemente su Ivrea. Significa anche reinvestire sul territorio gli utili per la produzione di energie rinnovabili. Puntare sul mini idroelettrico, entrare nel campo della mobilità elettrica. Aeg nasceva nel 1901 per dare energia elettrica, settore perso nel 1964 con la nazionalizzazione del servizio, negli ultimi anni Aeg ha riacquisito la vendita dell'energia elettrica. Cosa non vi piace dello Statuto? Intanto il vecchio cda aveva commesso un errore materiale: non aveva precisato che un socio potesse avere una sola delega, ragion per cui sarebbe valso il codice civile che prevede fino ad un massimo di dieci deleghe. Ha rimediato, apportando una modifica nell'assemblea straordinaria del 19 maggio. Aldilà di questo bisogna metterci mano in maniera incisiva rivedendo durata dei mandati, limiti di età, in modo da uscire da una gestione personalizzata e far sì che l'azienda sia in grado di autoregolarsi. Che ne pensa di Ivan Pescarin? Gli riconosco, in quindici anni di Presidenza, di aver fatto cose molto positive, lui è entrato nella storia della cooperativa, ma credo che occorra un avvicendamento. Sulle sponsorizzazioni? Devono esserci, ma vanno costruiti dei criteri perché non siano discrezionali, definirle in forme di bandi piuttosto che di elargizioni. In queste settimane sono arrivate dure critiche alla vostra lista per la presenza di Massimo Sosso, per la sua carica di Presidente di Ivrea Parcheggi, che comprometterebbe il ruolo di terzietà che il Comune di Ivrea (che detiene una quota in Aeg e controlla Ivrea Parcheggi) dovrebbe garantire rispetto alla gara d'ambito. Cosa rispondete? Non esiste nessuna causa ostativa alla sua candidabilità. In caso di elezioni, come abbiamo scritto sulla nostra pagina facebook, Sosso farà qualsiasi cosa per evitare conflitti di interesse, anche dimettersi.Edicola digitale
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