IVREA. Olivetti: Fiom e Fim lasciano tavolo, piano irricevibile
28 Maggio 2015 - 17:51
Fiom
Il piano industriale presentato dalla Telecom per l’Olivetti “è irricevibile”. Lo sostiene la Fiom che con la Fim ha abbandonato la scorsa settimana l’incontro organizzato all’Unione industriali di Ivrea. Non c’è ancora un nuovo appuntamento, ma “dovrebbe essere convocato un tavolo con Governo ed enti locali”. Mercoledì 3 giugno ci saranno le assemblee con i lavoratori. “E’ uno strappo gravissimo. A queste condizioni non ci stiamo. Vogliono svuotare il marchio Olivetti...”, hanno commentato Federico Bellono, segretario provinciale Fiom e Fabrizio Bellino, responsabile della lega Fiom di Ivrea. Sul tavolo c’era il piano industriale dell’azienda con quei 332 esuberi e a quel tavolo è rimasta seduta la Uilm Canavese. “Per avere le informazioni necessarie da fornire ai lavoratori”, ha commentato il segretario Alberto Mancino. Il piano arriva dopo dieci anni di perdite della società informatica. L’ultimo intervento di Telecom è stato effettato a luglio dell’anno scorso con una ricapitalizzazione di 30 milioni di euro per evitare che i libri finissero in tribunale. La riorganizzazione prevede la fusione a fine anno di Olivetti con Telecom Italia Digital Solutions (Tids), dalla quale nascerà “un unico Polo Telecom Italia che presidierà l’innovazione nel digitale”. La Nuova Olivetti avrà 430 dipendenti: 230 di Olivetti, gli altri di Tids. Vero è che la maggior parte dei 538 dipendenti dell’attuale Olivetti è a Ivrea, a Palazzo Uffici e al Centro Ricerche (alcune decine sono a Roma, a Milano, qualcuno in Campania). Da qui le preoccupazioni dei sindacati. “Telecom Italia vuole salvare il brand e chiudere l’azienda. Non è previsto neanche un euro di investimento per un vero rilancio delle nuova attività che potrebbero difendere l’occupazione. E’ l’ultimo capolinea”, osserva Fabrizio Bellino della Fiom di Ivrea. “In questi anni – sottolinea il segretario provinciale della Fiom, Federico Bellono – Telecom ha dichiarato a più riprese di volere rilanciare il brand Olivetti, il risultato è che la sta smontando. La riduzione da 500 a 200 lavoratori è il penultimo passo prima della chiusura”. “Speriamo di non ricadere in altri spezzatini che portino alla fine del percorso lavorativo per i dipendenti Olivetti come è accaduto in passato con altre ristrutturazioni”, dice Fabio Militto della Fim di Ivrea. “Il piano industriale – afferma Alberto Mancino della Uilm del Canavese – taglia quattro linee di business su sette, è complicato discuterne. Bisogna capire come si gestiscono gli esuberi, ma anche cosa resterà dell’Olivetti e per fare cosa, con quali investimenti. Si può scommettere sul rilancio o considerarlo il primo passo verso la chiusura”. I sindacati ricordano i casi di Agile-Eutelia, Op Computer e più recentemente di Innovis e Telis “tutte aziende nate dalle costole Olivetti e oggi sparite”. La proprietà ha ribadito le buone intenzioni tra cui quella di immettendo nelle casse dell’azienda 60 milioni di euro, a fronte di perdite, nche egli ultimi 5 anni, hanno superato i 150 milioni. In realtà questo avverrebbe riducendo da 7 a 3 le attività in Olivetti. Dei 332 esuberi, 40 usufruiranno dello scivolo previsto dalla legge Fornero, altri 25 verrebbero messi in mobilità, mentre 134 dei restanti andrebbero a svolgere attività di network, field marketing, sales support, project management all’interno di Telecom e non più in Olivetti. E per gli altri, circa un centinaio? Nessuna chiarezza!
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