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IVREA. "Per l'intolleranza solo posti in piedi". Ballurio contro le Sentinelle in piedi

IVREA.  "Per l'intolleranza solo posti in piedi". Ballurio contro le Sentinelle in piedi

"Per l'intolleranza solo posti in piedi". Con questo cartello Elisabetta Ballurio, Presidente del Consiglio Comunale si Ivrea ha preso una sedia, ed insieme ad una manciata di persone (tra cui Lisa Gino del gruppo "Viviamo Ivrea" e la figlia Francesca) si è piazzata di fronte alle Sentinelle in Piedi, in piazza di Città. Perché ad Ivrea, come in tante altre città italiane, le Sentinelle in Piedi, hanno organizzato nel pomeriggio di sabato 23 maggio una "veglia": tutti immobili, in piedi, leggendo un libro, una rivista o il vangelo, per esprimere una netta contrarietà alle unioni civili fra omosessuali.

"Quando ho saputo della manifestazione, ho pensato di prendermi una sedia, per cominciare – spiega Ballurio -. L'ho fatto a titolo personale, insieme ad acune altre persone. Sono amareggiata. Manifestare il proprio pensiero è assolutamente corretto ed è sancito dalla nostra Costituzione, e tutto quello che volete.Ma mi rattrista per vedere persone manifestare non per i propri diritti ma per non permettere che altri ne abbiano. Noi viviamo in uno Stato laico, che le Sentinelle in Piedi se ne facciano una ragione. Se vivessimo in uno Stato fondamentalisma, in cui il capo religioso coincide con quello politico, le leggi sarebbero leggi dettate dalla religione. Io sono cattolica ed il messaggio che percepisco è di amore e tolleranza nei confronti degli altri".

Ballurio aveva già partecipato, nel mese di novembre, ad un incontro promosso a Rivarolo dal Pd, prendendo posizione contro il messaggio di intolleranza, e le fantasiose teorie del Gender, riportate, nero su bianco, addirittura sul Bollettino Parrocchiale rivarolese, a firma della docente del liceo Botta di Ivrea, Cristina Zaccanti. Tanto che il Consiglio Comunale eporediese aveva approvato una mozione, sottoscritta dal centrosinsitra insieme a Viviamo Ivrea, per prendere una netta distanza dalle tesi espresse dall'insegnante ed avallate dalla Diocesi, partendo dall'articolo 3 della Costituzione Italiana ("tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"), passando per la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, per arrivare alle risoluzioni del 18 gennaio 2006 con cui il Parlamento Europeo invita gli Stati membri a contrastare i diversi fenomeni di omo-transfobia fino alla definizione dell’omosessualità come una “variante naturale del comportamento umano“ riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Ivrea Sentinelle in piediLe Sentinelle in Piedi hanno annunciato la Veglia con un comunicato. Scrivono: "Se non ora, quando? Se non qui, dove? Se non tu, chi? 23 maggio 100 piazze per la famiglia no alle “unioni civili” Nell’indifferenza generale e nel silenzio complice del mainstream mediatico, il Parlamento italiano sta discutendo un disegno di legge che equipara le unioni fra persone dello stesso sesso al matrimonio. Infatti, due uomini o due donne che vivono insieme saranno giuridicamente equiparabili a due coniugi, il che significa che un bambino potrà essere cresciuto da due persone dello stesso sesso, dunque deliberatamente privato del papà o della mamma, grazie all’istituto della Step Adoption Child. E significa che la strada per la normalizzazione della pratica dell’utero in affitto, tecnica abominevole per la produzione di bambini ad uso e consumo degli adulti, sarà spianata. È questo lo scenario che si va delineando grazie al Ddl Cirinnà, sulle cosiddette “unioni civili”, un testo che in realtà annienta la nostra civiltà andando a minare la sua cellula primaria, la famiglia. La stessa Monica Cirinnà, relatrice e prima firmataria del testo, in aula riferendosi a questo testo ha parlato di “un passo iniziale verso lo scardinamento, che già esiste nella nostra società, rispetto alla famiglia tradizionale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.” Ancora una volta chiediamo: di fronte a tutto questo c’è ancora qualcuno che prova un umano dissenso ed è pronto ad alzarsi in piedi? È arrivato il momento in cui non è più possibile stare a guardare: quando la famiglia viene minacciata, quando il matrimonio è attaccato nella sua sostanza, quando i bambini diventano oggetto di diritto, quando l’essenza stessa dell’essere umano è violata nella sua natura di uomini e di donne, occorre fare qualcosa. Arriva il momento in cui ciascuno è chiamato a fare la propria parte. Quel momento è adesso! Scendi in piazza con le Sentinelle in Piedi! 23 maggio 100 piazze per la famiglia Dopo aver realizzato 273 veglie in meno di due anni, portando 40mila persone in piazza, dopo la mobilitazione nazionale dello scorso 5 ottobre, le Sentinelle in Piedi invaderanno silenziosamente 100 piazze italiane, da Roma a Milano, da Trieste a Catania, da Torino a Messina passando per Cagliari, Firenze, in una mobilitazione senza precedenti. Pubblicamente testimonieremo il nostro no al testo sulle cosiddette “unioni civili”, ribadiremo il nostro no ad ogni tentativo di introdurre l’ideologia gender nelle scuole, come si sta cercando di fare in tutti i modi, rimarcheremo la pericolosità di un testo, il ddl Scalfarotto, che vuole introdurre il reato di opinione costruendolo sull’omofobia, termine studiato a tavolino per zittire chi non si allinea al pensiero unico. Ma saremo in piazza soprattutto per dire sì alla famiglia, cellula fondante della nostra società, sì al diritto di ogni bambino a crescere con il suo papà e la sua mamma, sì a una società che non rinnega, bensì valorizza la ricchezza di ciascun individuo e riconosce il bene oggettivo scritto in ognuno di noi e nella nostra essenza di uomini e donne. Insieme resistiamo. In piedi, non ci pieghiamo. In silenzio, affermiamo che non c'è legge che possa zittire le coscienze vigili. In piazza, testimoniamo che non c'è menzogna che possa cambiare la realtà. Non è più sufficiente dissentire fra le mura di casa, perché non c’è verità che persuada e cambi davvero gli altri che non sia espressa pubblicamente e testimoniata davanti a tutti".  
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