Telecom Italia entri come responsabile civile nel processo per l'amianto alla Olivetti. Questo hanno chiesto la Fiom-Cgil e l'Associazione familiari vittime di amianto (Afeva), con l'avvocato Laura D'Amico, nel corso dell'udienza preliminare, ricominciata formalmente oggi in tribunale a Ivrea dopo le vicissitudini che nelle scorse settimane avevano provocato la sostituzione di vari giudici. Il nuovo gup, Cecilia Marino, scioglierà la riserva il 25 maggio. Fra i 33 indagati - a vario titolo per lesioni e omicidio colposo - figurano Carlo De Benedetti, il fratello Franco, l'ex Ministro Corrado Passera e l'imprenditore Roberto Colaninno. Telecom Italia viene chiamata in causa perché, a partire dal 2003, dopo una complessa operazione di fusione per incorporazione, prese sostanzialmente il controllo della storica società eporediese. A Ivrea, peraltro, Telecom era già stata condannata dal giudice del lavoro Luca Fadda a risarcire con un milione e 200 mila euro i familiari di Franca Lombardo di Burolo, morta nel 2007 a 69 anni per un mesotelioma pleurico: la donna avrebbe contratto la patologia lavorando in uno dei capannoni della Olivetti in cui si adoperava il talco contaminato da tremolite. L'azione legale era stata avviata nel 2013. All'udienza preliminare di giovedì scorso hanno chiesto di costituirsi parte civile, oltre ad Afeva e Fiom Cgil, anche il Comune di Ivrea, la neonata Città metropolitana di Torino, l'Inail, il sindacato Fim e i familiari di 7 delle presunte vittime da amianto - sulle 14 totali - su cui si basano le accuse della procura di Ivrea. Secondo i pm Gabriella Viglione e Lorenzo Boscagli quelle morti sono dovute al contatto con le fibre d'amianto, che si annidava nel talco utilizzato per il montaggio degli apparecchi e soprattutto in vari punti degli stessi capannoni, fra le tubature a vista e i rivestimenti di pareti e soffitti. Un altro colpo di scena, durante l'udienza preliminare, si è registrato quando il giudice Cecilia Marino ha deciso di astenersi (per rapporti di conoscenza) in merito alla posizione di uno dei 33 imputati, Silvio Preve, difeso dall'avvocato Luca Fiore. La sua posizione verrà vagliata il 21 maggio da un altro giudice, Rossella Mastropietro. E' stato, invece, disposto lo stralcio per altri tre indagati, non più in grado di sostenere il giudizio per l'età avanzata e le precarie condizioni di salute. Si tratta degli indagati Sergio Lupo, classe 22, di Mercenasco, Enrico Pesatori, classe 1940, di Torino e Piera Rosiello, classe 1926, residente a Ivrea,
C’è il due e si spera non ci sia il tre
E dopo la falsa partenza con la ricusazione del Gup Alessandro Scialabba e con la sospensione, per mano del Csm del secondo giudice Giuseppe Salerno, è arrivata sotto le rosse torri Cecilia Marino, presidente applicata dal Tribunale di Torino. E’ stata lei ad aprire il maxi processo Olivetti che coinvolge 33 imputati per omicidio e lesioni colpose, tra cui figurano Carlo De Benedetti, Corrado Passera e Roberto Colaninno, quest’ultimo soltanto in relazione alle accuse di lesioni colpose. La speranza è davvero che adesso si possa andare avanti. Lo spera la Procura, ci credono le parti civili. Due venerdì fa, come un fulmine a ciel sereno era arrivata la notizia che Salerno, già nominato al posto di Scialabba per decidere sui rinvii a giudizio, non avrebbe potuto occuparsene in seguito ad una sentenza di condanna a 8 mesi di reclusione per abuso di ufficio, emessa dal tribunale di Milano e legata alla nomina del suocero nella commissione della Gec spa, società privata titolare, per conto della Regione Piemonte della concessione per la riscossione delle tasse automobilistiche. Alessandro Scialabba era invece stato ricusato dai legali di uno degli imputati, Camillo Olivetti, omonimo e parente del fondatore dell’azienda, perchè aveva già avuto un ruolo in un’altra fase del procedimento, avendo deciso di riaprire le indagini in qualità di gip nei confronti dell’imputato. Scialabba, il 23 aprile scorso, aveva accolto l’eccezione, evitando così che la questione si trascinasse in pendenza di un ricorso anche davanti alla Corte d’appello di Torino. Aveva sospeso l’udienza e aveva comunicato alle parti la decisione del presidente del tribunale di nominare Giuseppe Salerno, fissando una nuova udienza per il prossimo 7 maggio. La presenza in udienza dei legali degli imputati, delle parti lese e di coloro che avevano intenzione di costituirsi parte civile aveva evitato nuove notifiche e quindi un ulteriore allungamento dei tempi. Sarà comune un processo lungo e lo sanno molto bene i due pm che se ne sono occupati, Lorenzo Boscagli e Laura Longo, scrivendo qulcosa come 36 mila pagine per ricostruire incarichi e organigrammi societari, raccogliere testimonianze e centinaia di documenti.
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