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EPOREDIESE. Mozione 5 Stelle: no alla sopraelezione, liberalizziamo i caselli

EPOREDIESE. Mozione 5 Stelle: no alla sopraelezione, liberalizziamo i caselli

Contro la sopraelevazione dell'autostrada A5 si schiera anche il Movimento 5 Stelle. I grillini hanno preparato una mozione, diramata in tutti i Comuni, per sollecitare l'adesione alla battaglia contro un'opera colossale che rischia di impattare irreparabilmente il territorio, sotto tutti i punti di vista. Chiedono, nel contempo, la liberalizzazione dei caselli autostradali di Albiano, Pavone, Scarmagno e Quincinetto. "Sottoscriveremo la mozione al primo consiglio comunale" ha garantito Livio Tola, Sindaco di Borgofranco ed evidentemente se ne parlerà nella seduta del prossimo mercoledì sera

"Il nostro territorio – premette il Movimento - è stato interessato negli ultimi decenni da alluvioni nel 1993, nel 1994 e nel 2000. Quest'ultima ha addirittura superato quella del 1920 facendo registrare a Tavagnasco una quantità d'acqua pari a 3100 m3/s contro i 2670 m3/s. Già dopo la piena del 1993, le istituzioni avevano iniziato un percorso per valutare le opere necessarie per la messa in sicurezza, che si è nel cosiddetto Piano Stralcio di Integrazione al PAI (Piano Assetto Idrogeologico) - Nodo Idraulico di Ivrea, approvato con delibera n°1 del 2003 dall'Autorità di Bacino del Fiume Po, con cui sono state proposte sostanzialmente tre soluzioni: argini, interventi di modellamento del piano campagna ed adeguamento delle strutture viarie interferenti, al fine di renderle “trasparenti” e non tracimabili. In seguito all'alluvione del 2000, molte di queste opere sono state eseguite: gli argini in zona Fiorano, la ricostruzione ed adeguamento del ponte Chiusella S.P 77, il viadotto Marchetti a Pavone..".

A quest'ultimo ha provveduto Ativa, che ha in gestione il tratto, nell'ambito della messa in sicurezza della bretella autostradale Ivrea-Santhià. I lavori sono terminati pochi mesi fa lasciando un ecomostro visibile a tutti. "Anche se questo intervento era previsto nel 1° stralcio esecutivo del Nodo idraulico di Ivrea – tuonano i grillini -, la scelta architettonica è altamente criticabile: inadeguata nel contesto paesaggistico e controproducente se consideriamo il faticoso percorso di rivalutazione territoriale messo in atto dalle amministrazioni locali". Ma c'è di più. Il secondo stralcio avrebbe portate faraoniche: innalzare di quattro metri tutto il tratto da Pavone a Borgofranco, creando tra nuovi viadotti: “Chiusella” di 284.00 metri a sud dell’area di svincolo, “Cartiera” sulla A5 a nord dell’area di svincolo, di 380 metri e “Fiorano” di 490 metri e quota minima di intradosso tale da consentire il deflusso delle acque di piena della Dora lungo l’alveo del rio Ribes. "Comporterebbe danni irreversibili alla comunità come deturpazione del paesaggio, cementificazione di aree naturali, uso intensivo delle cave, aumento del traffico, deterioramento delle strade, aumento futuro dei pedaggi autostradali - prevede il Movimento -. Tutte le opere previste hanno un impatto visivo, ambientale, architettonico ed estetico di gran lunga superiore al Viadotto Marchetti. E solo per evitare che un'eventuale alluvione inondi l'autostrada. Ma ricordiamo che nell’eccezionale alluvione del 2000 non ci furono praticamente danni. E comunque il recupero della cifra investita passerà attraverso l’aumento dei pedaggi autostradali con conseguente danno economico alla popolazione, al commercio e al turismo".".

In un recente incontro pubblico tenutosi ad Ivrea, Paolo Foietta, adell'Ato3, ha ribadito che i lavori effettuati finora si sono basati su un modello fisico in cui l'autostrada aveva la morfologia odierna. Ma è legittimo pensare che modificando la morfologia dell'autostrada, anche le altre opere messe in essere, potrebbero non rispondere più come previsto.

Ma c'è anche una ragione normativa per dire "no": Ativa sta barattando l'opera, da 300milioni di euro, con la proroga trentennale della concessione autostradale, che sarebbe permessa dallo Sblocca Italian, violando però la normativa europea che stabilisce appalti e non affidamenti diretti.

E il Movimento spinge affinché sia inserita nel nuovo contratto la clausola della liberalizzazione dei caselli.In questo modo si favorirebbe l'utilizzo dell'autostrada alleggerendo i centri dei piccoli comuni, quotidianamente intasati dal traffico, con disagi alla circolazione, aumento di emissioni inquinanti nell'aria e di gas di scarico ad effetto serra, nonché un consumo di risorse da parte dei cittadini sempre più elevato. "L'idea è stata accolta con entusiasmo dalla popolazione e sono in linea con le politiche sulla riduzione del consumo di suolo e il ridimensionamento della spesa pubblica" chiosa il Movimento.

 
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