La notizia si è diffusa venerdì, dopo un comunicato stampa diffuso dal Siap uno dei sindacati della polizia, che segnalava 18 casi di scabbia fra i migranti in transito dal centro Fenoglio di Settimo Torinese. Un comunicato prontamente ripreso dal consigliere torinese Maurizio Marrone (Fratelli d'Italia) che evidenziava rischio di contagio per la popolazione, anche in relazione alla fuga di 10 eritrei. In realtà, tutto si è prontamente ridimensionato, l'allarme è rientrato e il rischio contagio per i migranti, per gli operatori e per la popolazione è decisamente contenuto se non addirittura nullo. È vero che alcuni richiedenti asilo avevano la scabbia, ma erano già stati curati e quindi non erano contagiosi, così come è vero che una decina di profughi sono sì fuggiti, ma tutti erano stati visitati precedentemente e nessuno era malato. Il comandante della Croce Rossa Ignazio Schintu, che coordina le attività del Fenoglio (che si occupa principalmente di smistare i richiedenti asilo nei centri di accoglienza piemontesi), spiega: “Negli scorsi giorni sono arrivati alcuni migranti dal sud Italia che avevano la scabbia – conferma – Erano in un pullman a parte e tutti erano già stati curati poco dopo lo sbarco, quindi non erano contagiosi. Per sicurezza li abbiamo ospitati alcuni giorni in una sezione separata del campo e abbiamo risomministrato loro la cura, anche se non sarebbe stato strettamente necessario. Hanno subito 2 cicli di terapia da tre giorni, quindi non c'è nessun rischio di contagio, peraltro dopo 24 ore dalla cura la malattia non si può più trasmettere. Oltretutto la scabbia si trasmette solo per contatto fisico”. E i fuggiaschi? “Ci hanno informato che una decina di eritrei – sanissimi, costoro – erano fuggiti, ma non dal Fenoglio, da cui erano comunque passati. Sono scappati prima di entrare in questura a Torino per avviare le pratiche di fotosegnalazione”. La responsabilità della fuga di massa, quindi, non è della Croce Rossa, che non si occupa direttamente del trasporto dal Fenoglio alla questura. Quella è un'attività normalmente delegata alle associazioni. “In questo caso li avevamo affidati a Terra del Fuoco e Liberitutti – spiega Schintu – Proprio per ovviare al problema ed evitare ulteriori polemiche, stamattina (venerdì 8, ndr) sono arrivati altri 28 migranti e li abbiamo portati noi a Torino, anche se in teoria non è nostro compito”.
lorenzobernardi@giornalelavoce.it
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