Finisce nel modo peggiore la travagliata vicenda dei 900 lavoratori dello stabilimento automobilistico di Grugliasco, prima Pininfarina e poi De Tomaso: il curatore fallimentare, Enrico Stasi, ha inviato oggi le lettere di licenziamento. Il provvedimento, che scatterà il 4 gennaio a meno che non salti fuori un acquirente - una manifestazione d'interesse, più avanzata di altre, c'è - riguarda anche i circa 100 lavoratori dello stabilimento di Livorno della società di Gian Mario Rossignolo. Disperati i lavoratori che hanno sempre continuato a presidiare la fabbrica torinese: lunedì si ritroveranno più numerosi del solito ai cancelli, mentre martedì mattina ci sarà il presidio organizzato dalla Fiom torinese davanti alla sede della Giunta piemontese, in piazza Castello, a Torino e sarà chiesto un incontro alla Regione. "L'arrivo delle lettere, sebbene sia un atto dovuto, è avvenuto a sorpresa, non siamo stati informati. Ma noi non ci rassegniamo, siamo pronti a tornare in piazza", dice un operaio in cassa integrazione da tre anni. "E' la formalizzazione di un provvedimento inevitabile - commenta Vittorio De Martino, segretario generale della Fiom piemontese - ma noi continuiamo a chiedere che si trovi una soluzione per salvare tutti i posti di lavoro. Alla Regione sollecitiamo una soluzione per il marchio De Tomaso e l'avvio dei corsi di formazione, che ancora non sono partiti". "Il curatore - spiega Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro della Regione Piemonte - si è mosso in piena autonomia. In questo momento d'altra parte non sono state formalizzate manifestazioni d'interesse perché non si sa ancora se il marchio sarà disponibile o meno. Su questo punto la procedura credo debba essere chiaro ha l'obbligo assoluto di chiudere in tempi rapidi a tutela dei lavoratori per non vanificare gli sforzi fatti in questi mesi dalle Istituzioni, Regione in primis". Porchietto polemizza anche con la Fiom invitandola "a non giocare allo scaricabarile". Lo stabilimento Pininfarina di Grugliasco, alle porte di Torino, era stato rilevato tra 2009 e 2010 dalla De Tomaso, azienda acquisita da Rossignolo, ma dalle sue linee è uscita una sola vettura, la concept car Deauville. Un'inchiesta della procura di Torino sull'uso di finanziamenti pubblici stanziati per i corsi di formazione e mai utilizzati dall'azienda ha portato in carcere Gian Mario Rossignolo, il figlio Gian Luca e diversi manager. In giudizio intanto è arrivata al secondo grado relativa al marchio De Tomaso che finora risulta decaduto per il mancato uso. Sui corsi di formazione si aspetta invece il via libera della Unione Euopea. Per le tute blu di Grugliasco è stata una lunga triste storia, fatta di tanta cassa integrazione e di tante speranze finora tutte deluse.
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