De Tomaso diventa cinese. L'Ideal Time Venture Limited, con sede legale nelle isole Vergini e sede operativa a Hong Kong, si è aggiudicata il marchio dell'azienda torinese di auto sportive, che ha ancora 800 dipendenti a Torino e 100 a Livorno, tutti in mobilità. Pagherà un milione e 50.000 euro, ma non ha un piano industriale. All'asta presso il Tribunale di Torino, davanti al giudice Giovanna Dominici, ha sconfitto la cordata italiana Eos. "Ideal Team Venture produce auto in Cina e lo farà anche con il marchio De Tomaso", ha spiegato il legale della società. Delusi i lavoratori e i sindacati presenti in aula. "E' una sconfitta per Torino e per il Piemonte, perdiamo un marchio importante", sottolinea Vittorio De Martino, segretario generale della Fiom Piemonte che parla di "responsabilità delle imprese e delle istituzioni, a partire dalla Regione Piemonte" e annuncia iniziative nei prossimi giorni. "Con la vendita di oggi si conclude una vicenda cominciata male e finita peggio", osserva Giuseppe Anfuso della Uilm torinese. Il segretario della Fim Claudio Chiarle chiede che "Regione Piemonte e Comune creino condizioni favorevoli perchè Bollorè aumenti la produzione della Blue Car elettrica a Bairo, a 40 km da Torino". Condivide le preoccupazioni dei sindacati il presidente della Regione, Sergio Chiamparino che convoca un incontro per la prossima settimana. "Non è una bella notizia. L'acquisto del marchio - osserva - è solo un'operazione commerciale e non industriale e questo lascia senza risposta 800 lavoratori che non hanno garanzie occupazionali". E c'è spazio anche per le polemiche, con un botta e risposta tra Chiamparino e la Fiom. "De Martino rifletta attentamente sul ruolo che la sua organizzazione ha avuto nel sostenere dall'inizio l'avventura di Rossignolo", dice il presidente della Regione. "Noi siamo sempre stati vicini ai lavoratori. Allora Rossignolo era l'unica possibilità e a valutarla praticabile furono le istituzioni, Giunta Bresso in testa", afferma il segretario della Fiom torinese Federico Bellono. La nuova asta è stata necessaria perchè la L3 Holding, che si era aggiudicata la precedente gara e aveva presentato un piano industriale, si è defilata e non ha versato i soldi. Su questo episodio indaga la Procura dove è ancora in corso l'inchiesta per bancarotta fraudolenta a carico di Gianmaria Rossignolo. Con l'acquisizione da parte dei cinesi sfuma ogni speranza di rivedere partire la produzione nello stabilimento ex Pininfarina di Grugliasco.
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