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RIVAROLO. Si recupera Peep alla Bicocca ma sulla ditta l'ombra della 'ndrangheta

RIVAROLO. Si recupera Peep alla Bicocca ma sulla ditta l'ombra della 'ndrangheta

Marina Vittone è la capogruppo di Rivarolo Sostenibile dal 2014, quando si è candidata a sindaco per la prima volta. È stata presidente della Pro loco per 9 anni, ma è membro attivo del sodalizio ormai da un quarto di secolo

A distanza di sette anni verrà recuperato il progetto che prevedeva la la realizzazione del complesso residenziale “La Città del Sole”,nell’ambito del Piano di edilizia economica popolare (P.E.E.P) e della relativa convenzione stipulata tra il Comune di Rivarolo e la Parisi costruzioni nel lontano 2007.

E' stato raggiunto l'accordo. La ditta, già nel 2013, aveva chiesto di alzare il prezzo di cessione, portandolo da 1550 euro ai 1900 euro a metro quadro. Richiesta bocciata con forza dalla Commissione Stroardinaria. La nuova Amministrazione Comunale ha deciso invece di accettare, ai fini del recupero dall'abbandono, ponendo però una condizione: che siano diminuite le cubature di 7400 metri cubi. Ad occhio e croce si potranno ricavare venticinque alloggi da 100 mq ciascuno, a dispetto degli 11mila mq previsti in precedenza, per un minimo di cento alloggi. Per il momento, sui 33mila mc di area edificabile, sono stati edificati 15831 mc.

"In questo modo recupereremo una struttura che al momento era ferma ad uno scheletro, e rischiava di produrre un danno ambuentale" ha illustrato l'Assessore all'Urbanistica Francesco Diemoz, mercoledì mattina, in sala consiliare, durante Commissione per la Pianificazione territoriale.

Contrarie le minoranze. Per Marina Vittone di "Rivarolo Sostenibile", che aveva richiesto la convocazione della commissione, "questo patto non s'ha da fare".

SI DISSANTENDE IL PRINCIPIO SECONDO CUI FAMIGLIE MENO ABBIENTI POSSANO ACQUISTARE AD UN PREZZO "POPOLARE"

"Siamo contrari – spiega Vittone – alla soluzione di una scrittura transitiva scelta dall'Amministrazione Rostagno, bypassando la giustizia amministrativa (Tar), e quindi adottando una soluzione extragiudiziale con la ditta Parisi. Riteniamo che vengono meno le finalità sociali che hanno determinato, a suo tempo, il nascere di un Piano di edilizia economica popolare e che stanno alla base della Convenzione del 2007.

E’ disatteso il principio per cui le famiglie meno abbienti possano acquistare realmente ad un prezzo popolare, in quanto gli alloggi verrebbero ceduti ad un“prezzo di mercato”, non più “calmierato”dall’Amministrazione pubblica e adatto a esigenze di edilizia convenzionata.

La ditta costruttrice ha già goduto a suo tempo delle agevolazioni fiscali previste per chi opera in ambito di edilizia economica popolare e ora venderebbe a prezzo di mercato, creando concorrenza sleale nei confronti degli altri imprenditori: un “regalo” ancora tutto da quantificare!

Ritengo inoltre che il P.E.E.P. approvato dalla Giunta Bertot fosse sovradimensionato rispetto agli effettivi bisogni della comunità, tant’è che il progetto completo prevederebbe, secondo la Convenzione, almeno altri due edifici come quello già in parte realizzato".

SULLA PARISI COSTRUZIONI L'OMBRA DELLA 'NDRANGHETA

Ma non è tutto. C'è puzza di 'ndragheta. Perché venire a patti la ditta Parisi significa, in primo luogo, venire a contatto con soggetti che sono coinvolti nell'operazione Minotauro

“Quello che interessa maggiormente – rincara la dose Vittone -, è ricondurre l’argomento nel suo contesto naturale, nella cornice di un Comune commissariato per presunte infiltrazioni mafiose e di un complesso residenziale con ditte aggiudicatrici dei lavori al centro delle indagini dell’Operazione Minotauro, compresa la Parisi costruzioni. Molti dei soggetti coinvolti sono stati rinviati a giudizio e si attendono le sentenze definitive della Magistratura.

Pertanto, ciò che vogliamo far rilevare alla Giunta Rostagno, e che sta alla base della nostra contrarietà, è l’inopportunità etica-politica di addivenire ad un accordo extragiudiziale di questa natura, e la contraddizione di un comportamento che, se da un lato vuole promuovere la Cultura della Legalità, dall’altro stringe accordi con soggetti, ad oggi, in attesa di giudizio”.

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