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IVREA. Orazio Conte: Morto a Tunisi per seguire la moglie

IVREA. Orazio Conte: Morto a Tunisi per seguire la moglie

Orazio Conte

Non viaggiavano spesso, sempre occupati com' erano tra il lavoro e i tre figli. Questa volta, però, avevano voluto fare una eccezione: lei, Carolina Bottari, per godersi una vacanza con le amiche colleghe; lui, Orazio Conte, per seguire la moglie che non lasciava mai. Una coppia "affiatatissima", come la descrivono gli amici, che si è spezzata all'improvviso - e senza un perché - nell'attentato di Tunisi. L'uomo è stato colpito a morte dai terroristi dell'Isis. La moglie è ricoverata in un ospedale della capitale tunisina, dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico per le ferite riportate. E' grave, ma non in pericolo di vita. "Abbiamo sperato fino all'ultimo che ce l'avessero fatta. Poi, purtroppo, abbiamo saputo...", dice con la testa bassa e la voce rotta dalla commozione il figlio maggiore della coppia, Marco, 26 anni, partito nel pomeriggio per Tunisi. "Non ho ancora sentito mia mamma...", dice prima della partenza. "E' durissima...". Nella loro casa al sesto piano di via Pianezza, a Torino, nel cuore del popolare quartiere Lucento, ci sono anche i fratelli, Davide, 24 anni, e Nadia, vent'anni. "Tre splendidi figli", sottolinea un'amica della mamma, Tina Labriola, entrambi impiegate del Comune di Torino. Marco si sta laureando in ingegneria e ha appena trovato lavoro, Davide si è laureato da poco in Architettura e Nadia ha appena finito le Superiori". Difficile dare un senso alla tragedia di questa famiglia "normale", come la definisce un vicino di casa, Bruno Marabotto. "Ditelo: Orazio era una persona normale", dice ai giornalisti mentre attraversa il pianerottolo per portare ai tre ragazzi le sue condoglianze. "Una persona normale, come lo siamo tutti di fronte alla pazzia di queste persone, che ormai arrivano dappertutto", aggiunge commosso e arrabbiato. Commosso per avere perso un vicino di casa che era anche un amico, arrabbiato perché la morte di questo informatico, che tutti i giorni prendeva il treno per andare a lavorare per una azienda di Ivrea, non trova spiegazioni. Come il vicino di casa, in tanti oggi hanno bussato alla porta di casa Conte. "Una bella coppia e una bella famiglia", dicono nel quartiere. Solo due giorni fa il figlio Marco aveva telefonato alla mamma per annunciare che il colloquio di lavoro era andato bene e che presto sarebbe partito per uno stage all'estero. "Mamma era al settimo cielo", dice il figlio. Ora chissà se riuscirà a tornare ad esserlo.
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