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TORRE. Arriva la "Sompa – tradizioni intorno", rassegna di cultura popolare

TORRE. Arriva la "Sompa – tradizioni intorno", rassegna di cultura popolare
 

Sbarca a Torre Canavese, dal 24 al 26 aprile, la "Sompa – tradizioni intorno", rassegna di cultura popolare promossa dall'associazione "Primo Venerdì Folk" con il patrocinio del Comune e la collaborazione dell'Associazione Eleyka.

Saranno tre giorni densi di appuntamenti. Dalla proiezione del film "La stagione dei gusci di noce" di Andry Verga ed Ilario Blanchietti (uno spaccato di vita contadina del secolo scorso), allo spettacolo "Bèive e Volé an Cel", commedia di Vittoria Minetti (grazie ad un curioso allestimento scenico a due piani, lʼanima di un defunto marito si dividerà tra “sotto” e “sopra” prodigandosi nel cercar compagno alla vedova inconsolabile). Da incontri dedicati alla rivalorizzazione della canapa a cura dellʼAssociazione Tessere la Vita (questo prezioso seme coltivato nel Canavese in tempi remoti è oggi tornato in voga, grazie ad interventi mirati di canapicoltura per la rivalutazione del territorio), ad intrattenimenti musicali a cura dei Maestri Claudio Ballario e Rinaldo Doro. Non mancheranno esposizioni alla Galleria dʼAntiquariato Marco Datrino presso il Castello Arduinico (si potrà ammirare la collezione privata di Rinaldo Doro di strumenti popolari tra i quali lʼorganetto, la ghironda e la cornamusa), ed incontri conviviali con la presentazione del libro "Ed ancora ...di Padella e di Penna" di Giovanni Ponzetti e Carlo Currado, edita da Atene del Canavese (un evento gastro-letterario, tra ricette e novelle, tra lʼaperi-pranzo alla Piola dʼla Tur e la merenda sinoira al Padiglione Gastronomico, nel quale i lettori potranno condividere emozioni e profumi di un tempo).

Lʼidea nasce dalla torrese Silvana Sapino, componente dell'Associazione "Primovenerdìfolk", da sempre impegnata nella divulgazione delle tradizioni del suo territorio, come peraltro racconta in una delle sue pubblicazioni "Conta Granda Conta". Non a caso il termine "sompa" (o trumpa), che dà il titolo alla rassegna, deriva al dialetto piemontese, ed identifica i grossi ceppi di castagno scapezzato che fungevano da dimora delle giovani piante, tuttʼoggi visibili in Canavese, e in particolare passeggiando lungo lʼalta via dellʼanfiteatro morenico: per evitare che i morsi del bestiame affamato in pascolo danneggiassero gli alberi, lʼuomo provvedeva a tagliare i castagni a un metro di altezza, così che lʼalbero potesse rigenerarsi e sopravvivere, dando vita a nuovi germogli ad altezza non accessibile agli animali.

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