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IVREA. Salviamo l'oncologia (la polemica)

IVREA. Salviamo l'oncologia (la polemica)
"L'oncologia dell'ospedale di Ivrea non è a rischio, non chiude e non ho mai pensato che dovesse chiudere". Lo ribadisce l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta. "Sono rimasto sorpreso nel vedere affissi, in occasione del Carnevale di Ivrea, cartelli con la scritta 'Aranceri in battaglia per l'oncologia'", aggiunge Saitta, che precisa: "La delibera sul riordino della rete ospedaliera assegna a Ivrea la struttura complessa di radioterapia e l'oncologia con posti letto in day hospital e con eventuali posti letto all'interno del Dipartimento in cui sarà inserito il Servizio di oncologia. Questo significa che i pazienti che purtroppo ne necessitano, non dovranno essere trasferiti in altre strutture, ma avranno a disposizione nell'ospedale di Ivrea posti letto ordinari di area medica e chirurgica in appoggio". "Tutto ciò in applicazione della normativa nazionale - osserva ancora Saitta -: il regolamento attuativo del Patto per la Salute (sottoscritto a giugno tra il Governo e tutte le Regioni italiane e che contiene indicazioni che devono essere obbligatoriamente attuate) stabilisce che le divisioni di oncologia con posti letto ordinari possono essere previsti solo nei Dea di II livello. Ivrea che è un ospedale Dea di I livello, mantiene la struttura complessa di radioterapia e questo è l'impegno che ho mantenuto formalizzandolo nella delibera. Dunque, l'oncologia resta e non occorrono battaglie per difendere ciò che non è a rischio".  

Aranceri in battaglia per l’oncologia

  Buonasera Egregio Assessore, sono un arancere,ma prima di tutto sono un cittadino del Canavese che negli ultimi tre anni ha avuto a che fare con il reparto di Oncologia di Ivrea, per un problema di un familiare. Avevo gia' avuto modo di scriverLe per motivare la contrarietà dei pazienti e dei familiari per la prevista chiusura di oncologia e radioterapia, Lei aveva risposto, e conferma oggi, che radioterapia rimarrà a Ivrea. Di questo avevamo preso atto, ma avevamo confermato la necessità che anche il reparto di Oncologia e il Day Hospital rimanessero all'interno dell'ospedale, motivando con la professionalità, la disponibilità e l'alto grado di umanità del personale 9operante,oltre alle enormi difficoltà e pesanti conseguenze su pazienti che si dovrebbero spostare in altri ospedali, visto anche la carenza di trasporti pubblici dal Canavese ad altri territori. Oggi anche io sono rimasto sorpreso nel leggere la sua lettera indirizzata agli aranceri, per gli striscioni "aranceri in battaglia per l'oncologia" messi nelle piazze della battaglia. Sorpreso perchè a parte il titolo (Saitta scrive agli aranceri: "Oncologia non chiude" ) la sua lettera conferma che l’oncologia chiude. Su una cosa ha ragione, le spiegazioni che Lei ha dato a Sindaci e Amministratori non sono arrivate ai cittadini,forse perché materia difficile da spiegare e giustificare,se non con una motivazione di tagli. Lei ci scrive che: Tutto ciò in applicazione della normativa nazionale, che deve essere obbligatoriamente attuata, che prevede che le divisioni di Oncologia con posti letti ordinari possono essere previsti solo nei DEA di II ° livello (Ivrea è un DEA di 1° livello). Questo significa che il reparto di oncologia di ivrea chiuderà', quindi non deve stupirsi degli aranceri in battaglia per l'oncologia, perchè, gli aranceri, come tanti altri cittadini hanno capito che stanno per perdere un ottimo servizio e che ancora una volta si taglia sui più  deboli Anche per il Day Hospital occorre ancora chiarire dove andrà, il piano di revisione della rete ospedaliera attuale prevede che sia assegnato a uno dei Presidi dell'ASL,Chivasso, Cuorgnè, Ciriè, Ivrea. Dove andra? Credo, che in alcune situazioni, le scelte debbano essere fatte con una visione più  ampia di quella semplicemente economica. Questa è una risposta, a titolo personale, di un arancere, ringrazio per l'attenzione e porgo. Cordiali saluti

Loris Rossi 

Salviamo l’oncologia: la protesta corre su facebook

  Ed è sul gruppo “Sei di Ivrea se...” di facebook che sta letteramente esplodendo la  protesta. L’appello è rivolto a tutti gli internauti e comincia con un “perchè?”.?Perchè si tagliano alcuni servizi oncologici all'ospedale di Ivrea. Si prosegue con l’invito a sottoscrivere  una petizione con una email all'indirizzo perchetagli@gmail.com. Questo il testo della petizione Gravissimi Tagli ai servizi oncologici dell'ospedale di Ivrea PERCHE'?
loris rossi Loris Rossi
Questa é stata la prima domanda che ci siamo posti leggendo la Delibera e gli allegati relativi alla DGR 1-600 del 19 novembre 2014 al “adeguamento della rete ospedaliera agli standard di legge 135/2012 del Patto per la Salute 2014 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale.” Siamo donne e uomini, pazienti e familiari, perplessi fortemente preoccupati e molto disorientati, su ciò che potrebbe accadere al Servizio di Oncologia di Ivrea Leggendo ed approfondendo con molta attenzione il documento di adeguamento della rete ospedaliera della Regione Piemonte, ci siamo chiesti il perchè di un taglio così grave ad un servizio sanitario, come togliere il reparto Oncologico dell'ospedale di Ivrea che, per professionalità, sensibilità e umanità del personale occupato permette alle persone ricoverate di vivere un'esperienza durissima della loro vita in un ambiente adeguato e sereno, vicino ai loro cari. Perchè si crea incertezza sul Day Hospital? Non confermandolo nella sua sede attuale, ma lasciando ad una scelta futura presso uno dei Presidi dell' ASL4?( Ivrea, Cuorgnè, Chivasso, Ciriè). IL Day Hospital di Ivrea garantisce,seppur sottorganico, ai pazienti e assistiti alta professionalità, accoglienza, competenze e grande umanità. Perchè si vuole togliree dall'Ospedale di Ivrea il Servizio di Radioterapia? Molti pazienti oncologici, hanno fatto radioterapia preventiva o post intervento. Nel futuro piano non si prevede nessun Servizio di Radioterapia in tutta l'area di Torino Nord, neanche nei due Ospedali di Torino dell'Asl 2, accorpati all'ASL4 e di riferimento come HUB (S.Gio.Bosco) e SPOKE ( M.Vittoria). In un territorio vastissimo che va dalla bassa Val d'Aosta alla prima cintura di Torino,comprensivo di 177 Comuni, divisi in 5 Distretti Sanitari, con un bacino di utenza di 520.000 abitanti, u,na scelta di questo tipo lascia sgomenti tutti sul futuro delle cure a cui i malati oncologici dovranno sottoporsi. Se solo accadesse una cosa del genere, i pazienti saranno costretti a trasferimenti giornalieri a Torino. Impossibile non pensare alle gravi conseguenze che ne verrebbero a carico dei malati e delle loro famiglie per i cicli prolungati alla radioterapia. Effetti pesanti sui malati sul piano fisico e piscologico , nel dover far viaggiare per 25/30 giorni una persona da Ivrea a Torino per la radioterapia. Nelle scelte prefigurate c'è inoltre da rilevare la grossa difficolta'di collegamenti pubblici verso le aree del chivassese, torinese, ciriacese sempre che sia realizzabile, che un malato in determinate condizioni possa essere autonomo e riesca a far coincidere la varie tipologie di orario per le cure con quelle dei mezzi pubblici. A ciò si aggiunge la difficoltà di utilizzo dei servizi di accompagnamento svolti dalle associazioni di volontariato anch'esse in sofferenza economica. La domanda finale è quella iniziale. Perchè? Non possono essere solo questioni di far tornare i conti. Ci sono condizioni particolarmente pesanti di una parte di popolazione particolarmente di cui bisogna tener conto, nel far tornare i conti. Questo è ciò che chiediamo al Presidente e all'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte.
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