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VISCHE Picchiò due sessantenni. Condannato figlio dell'ex vigile

VISCHE Picchiò due sessantenni. Condannato figlio dell'ex vigile

Tribunale

Picchiò due anziani del suo paese per una futile discussione. E' stato condannato Vittorino Acotto, 33 anni, figlio dell'ex vigile urbano di Vische. La sentenza è stata pronunciata la settimana scorsa dalla Corte d'Appello, che ha confermato la condanna emessa già in primo grado: il ragazzo dovrà pagare una sanzione di mille euro e risarcire le due vittime, i sessantenni Ercole Savoia e Franco Thione (900 euro ciascuno), oltre a rimborsare tutte le spese processuali.

I fatti risalgono al 16 aprile del 2007. Vittorino Acotto, allora 25enne, stava percorrendo via Candia, a bordo della sua auto, quando, incrociando il Thione in bicicletta, lo sentì inveire contro di lui. "Va pian!" gli avrebbe urlato l'anziano, vedendo il veicolo sorpassare di tutta fretta un camioncino. Tanto era bastato a mandarlo su tutte le furie. Anzichè rallentare, il figlio del vigile si era fermato per ribellarsi al rimprovero, mostrando i muscoli. Avrebbe colpito con un calcio la bicicletta, facendo cadere il Thione a terra. A quel punto lo avrebbe minacciato. "Se ti rivedo ti metto sotto" . Ercole Savoia, assistendo alla scena, era corso immediatamente in soccorso all'amico Thione, rimediando, suo malgrado, altre botte, colpito dall'Acotto con una chiave a pipa. Ma non bastava. Perchè sul posto era corsa a quel punto anche Maria Rezza, madre del Thione. Almeno in questo caso il giovane aveva mantenuto un po' di bon ton: non avrebbe alzato le mani sull'anziana donna, si sarebbe limitato ad insultarla, "siete degli sporchi comunisti, di brucio la casa" (tanto è vero chela Corte d'Appello ha condannato ad indennizzare anche quest'ultima per 900 euro). Solo l'arrivo di altre persone e del vigile Ambrogio Acotto era riuscito a sedare la situazione.

La diatriba era proseguita, però, per vie legali. L'Acotto, finito alla sbarra per i reati di lesioni personali, ingiurie e minacce, aveva denunciato a sua volta gli altri due per lesioni personali, ingiurie e danneggiamento. Sosteneva che lo avessero afferrato al collo e che gli avessero spaccato il lunotto posteriore dell'auto. In realtà le persone presenti hanno riferito che fu lo stesso Acotto a distruggerlo con un pugno, in un impeto di rabbia. Ed infatti per Thione e Savoia (difesi dall'avvocato Lorenzo Bianco) il Tribunale ha pronunciato sentenza di assoluzione, affidandosi ai racconti dei testimoni e ai certificati medici (i due sessantenni, entrambi feriti, avevano rimediato dai sette ai dieci giorni di prognosi).

 
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