L'operazione di salvataggio di Pianeta, la società del comune che si occupa di teleriscaldamento, solleva molti dubbi. Chi c'è dietro al fondo Tiger, che si è aggiudicato provvisoriamente i tubi del teleriscaldamento, messi in vendita l'anno scorso? Quali garanzie offre di condurre in porto l'operazione? Per riassumere la vicenda: Pianeta, in crisi di liquidità, l'anno scorso ha messo in vendita le reti. La società Enersettimo, controllata da un fondo di investimento americano (Tiger) ha presentato un'offerta così strutturata: verserà 13 milioni di euro in contanti e coprirà mutui per altri 27 milioni. Totale: 40 milioni. L'offerta è stata giudicata congrua ed è stata accettata, ora siamo in attesa dell'aggiudicazione definitiva, subordinata a una serie di controlli che i creditori di Pianeta stanno effettuando in questi mesi. Tutto liscio? Insomma. Nell'ultimo consiglio comunale la consigliera del Movimento 5 Stelle Alessandra Girard ha sollevato una serie di dubbi che riguardano l'assetto societario di Enersettimo. “Enersettimo è una sas (società in accomandita semplice) – spiega Girard - L'accomandatario, ovvero il socio che risponde illimitatamente e in solido, è Tiger Management srls. Ovvero un'altra società che ha capitale sociale pari a 1 euro e che possiede 5 euro del capitale sociale di Enersettimo. Il resto di Enersettimo (4.995 euro) è riconducibile al socio accomandante (che risponde limitatamente alle suo quote, ndr): un'altra società che si chiama Tiger Energy Holding Srl, che ha capitale sociale di 10mila euro. Insomma c'è una strana differenza di rappresentanza, all'interno di Enersettimo, fra l'accomandatario e l'accomandante”. Per semplificare: chi controlla la società, e ne risponde con i suoi capitali, ne possiede una parte infinitesima. “Diciamo che se io avessi questa società come mia debitrice, mi farei qualche domanda – rincara Girard, che poi aggiunge - Il soggetto che ruota intorno a tutte queste società è tal Alessandro Boninsegna, un manager di Tiger, che è stato, in passato anche manager di Lehman Brothers (ovvero la società che nel 2008 dichiarò la più colossale bancarotta nella storia degli Usa, ndr)”. La Girard ha quindi interrogato il sindaco sulle garanzie fornite da Enersettimo in merito all'investimento sulla rete del teleriscaldamento. Perchè va da sé che se i tubi di Settimo finiscono nelle mani di Enersettimo, occorre verificare che la società abbia la forza di garantire il servizio e non finisca gambe all'aria, lasciando gli utenti senza servizio. L'assessore alle partecipate Sergio Bisacca, nella serata di giovedì, ha tentato di dissipare i dubbi dei grillini. “Dicono che Enersettimo è una scatola vuota? Certo, ma è normale. In questi casi prima crei il contenitore. Il capitale entra quando fai l'operazione. È normale che Enersettimo valga solo 5000 euro. Io non mi preoccupo di controllare chi ci sia dietro alle società, perchè questo lavoro lo stanno già facendo le banche, ovvero i creditori di Pianeta. Che hanno tutto l'interesse a verificare tre cose. Primo: la solvibilità di Tiger, ovvero la loro capacità di pagare. Secondo, il piano industriale di Enersettimo, per verificare che la società stia in piedi e garantisca il servizio. Terzo, la capacità di Pianeta, dopo aver concluso l'operazione, di far fronte ai propri debiti con il nuovo assetto. È chiaro che verificato ciò, l'operazione si potrà concludere. La mia unica preoccupazione è che le banche ci stanno mettendo un po' troppo tempo”. Il tutto dovrebbe concludersi, nelle previsioni di Bisacca, verso la fine di aprile. Se gli istituti di credito giudicheranno sostenibile l'operazione, l'affare si farà. In caso contrario, a Pianeta resteranno i 500mila euro di fidejussione fornita da Tiger. Che sembra una gran cifra, ma se pensiamo che Pianeta ha sul groppone mutui per 27 milioni c'è da sperare che l'affare vada in porto.
lorenzobernardi@giornalelavoce.it
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