Cinque anni dopo l'arrivo a Settimo del Dado, è meno facile di quanto sembri farsi un'idea di come il quartiere San Gallo abbia metabolizzato la presenza dei rom. I feedback di chi vive e lavora nei dintorni sono discordanti. Le voci del quartiere Se ti presenti in zona col taccuino e la penna in mano e dici che sei un giornalista la gente ti racconta che di problemi seri non ce ne sono mai stati. “Sì, scavalcano i cancelli per rovistare nei cassonetti e lasciano in disordine. Ma problemi, no”. “I “vecchi” ormai li conosciamo, sono tranquilli. Ma spesso compaiono facce nuove, donne vestite coi gonnelloni. Sono quelli del campo. Di loro ci fidiamo di meno”. Da quando sono arrivati, il quartiere è cambiato? “Non direi. Sempre uguale”. Non si capisce se sia il timore di passare per razzisti, certo è che dai commenti l'integrazione sembrerebbe riuscita. Ma siamo sicuri? “Ma mi raccomando, non scrivere il mio nome”. Lo ripetono tutti. “Sai, io abito qui. Questi non hanno creato problemi, ma non si può mai dire. Sono sempre stranieri, e i giornali li leggono anche loro”. I messaggi privati via Fb Per l’integrazione vera, c’è da aspettare. Lo si evince dalle risposte che i residenti hanno dato (in privato) all'appello lanciato sulla pagina facebook della Nuova Voce che chiedeva un bilancio dell'esperienza. Dado. Prima di tutto nessuno vuole comparire. In secondo luogo, qui i riscontri sono molto più critici. “Io abito nella stessa traversa del Dado – scrive una settimese - Da quando ci sono loro la strada è diventata una pattumiera. Persone straniere che vanno e vengono in strada sempre a torso nudo e già ubriachi alle 7 del mattino. Un degrado totale”. “Io abito in quella zona, passo spesso là davanti. Se offri una possibilità del genere a delle persone ci vuole un maggiore controllo. Nulla da dire riguardo ai 'grandi', ma i ragazzini sono da tenere sotto controllo perché fanno i prepotenti. Una volta addirittura hanno toccato il culo a una mia amica. Per il resto nulla da dire, appoggio iniziative di questo tipo, solo magari controllando un po' di più”. E ancora. “Un pomeriggio, passando davanti al Dado con la mia macchina, c'erano dei ragazzini che lanciavano pietroline alle auto, compresa la mia, centrandomi in pieno. Un'esperienza negativissima. Il Dado? Meglio fuori da Settimo”. I messaggi pubblici via Fb Sempre sulla bacheca della Nuova Voce, molti hanno espresso il loro parere in pubblico. Difficile dire quanti di costoro siano effettivamente residenti della zona. Certo è che i commenti sono quasi tutti estremamente negativi. “Io ci abito davanti, fanno schifo. Queste persone nel giro di pochi anni hanno devastato gli appartamenti e li hanno cannibalizzati di tutto ciò che potevano portare via per rivenderlo. L'immondizia che hanno davanti non la si può spiegare a parole. E da quando ci sono loro i furti in zona sono aumentati. C'e' un via vai di gente soprattutto di notte, e non vi dico le risse che si svolgono la dentro. Noi sentiamo solo le urla. Raramente si vedono i vigili urbani”. Un'altro rincara: “Li trovi in cortile a rovistare nell'immondizia...integrazione? Mi sembra di no!”. “Che schifo. Ma se sono nomadi perché cavolo dobbiamo trattenerli? Ci sono anziani e non solo che per pagare le tasse vanno a prendere gli scarti al mercato. E fra un po ci andrò anche io”. I post di questo tenore sono decine e decine. Si contano sulle dita di una mano le voci fuori dal coro. “Conosco alcune famiglie che vivono al Dado, sono andata ad alcune loro feste. Le reputo delle persone molto educate. Hanno dei ragazzi eccezionali”. E infine c'è chi conclude. “La verità è che il Dado ai settimesi non piace. I settimesi preferirebbero allontanare gli zingari donando quegli appartamenti a chi vive nei nostri parcheggi”.
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