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09 Dicembre 2014 - 21:57
Legambiente torna alla carica sul tema dei rifiuti. I circoli canavesani, in collaborazione con la sede regionale, sollecitano la costruzione di un piano regionale dei rifiuti coerente con gli obiettivi di riduzione dei rifiuti, a monte, e di rilancio della Raccolta Differenziata (RD), partendo dalla proposta, lanciata ai Sindaci, di avviare una sperimentazione sulla tariffazione puntuale, ovvero "pago quanto produco", condizione base per ritornare ad abitudini virtuose.
L'esperienza passata è stata d'altronde fallimentare. Parlano i dati: la produzione dei rifiuti è in calo da diversi anni, "per effetto della crisi più che per politiche attive di riduzione" come sottolinea Legambiente, ma la RD è ferma da un quinquennio al 50% in provincia di Torino e l'eporediese (57 Comuni gestiti dalla SCS) dopo la punta massima del 68% nel 2008, oggi è al 64% con tendenza a ridursi.
"Non è quindi rispettata – tuona l'Associazione ambientalista – la norma di legge che prevedeva il raggiungimento in Italia del 65% di RD entro fine 2012. Siamo ancora lontani dal rispetto della direttiva europea che indica nel 50% la quota di recupero materia sul totale dei rifiuti. Così come è largamente disattesa la norma che vieta il conferimento in discarica del rifiuto indifferenziato senza averlo prima trattato per togliere la parte biodegradabile. I cittadini capiscono sempre meno la baraonda di tasse che li colpisce, salvo il fatto che si paga di più e questo certo non favorisce il prezioso lavoro delle famiglie nella differenziazione dei rifiuti. A questo quadro si aggiunge la situazione di indeterminatezza a tutti i livelli di gestione del sistema dei rifiuti. I Consorzi territoriali sono stati sciolti, e gli ambiti territoriali ottimali (ATO) dovrebbero essere completamente rivisti. Ma siamo ancora in attesa che questo avvenga".
La Provincia, che era l'organo di pianificazione politico dei rifiuti, cesserà di esistere il 31 dicembre e non si sa ancora quale saranno le deleghe dell'Area Metropolitana in merito. La Regione Piemonte infine, non ha un piano dei rifiuti ma il presidente dell'ATO di Torino ha avanzato addirittura una proposta di fusione per gradi di tutte le società di raccolta della Provincia. Mentre per quanto riguarda l'impiantistica, sostiene che, raggiunto il livello del 65% di RD, il residuo va inviato a incenerimento.
Di questo si parla nella mattinata di sabato 13 dicembre presso lo spazio "ZAC!" al Movicentro Ivrea nell'ambito del convegno "Da rifiuti a risorsa: la società del riciclo", con il contributo di esperti.
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