Cerca

IVREA. Pensionato morto: svolta indagini, dna incastra assassino

IVREA. Pensionato morto: svolta indagini, dna incastra assassino

La palazzina di via De Gasperi 6

L'esame del dna incastra il presunto killer di Benito Peloso, il pensionato di Ivrea, nel Torinese, trovato morto nel suo appartamento con un foglio di carta appallottolato in bocca. Otto mesi dopo il delitto, avvenuto lo scorso 2 aprile, i carabinieri hanno arrestato Ferdiando Genovese, 56 anni, disoccupato di Ivrea con alle spalle - unico precedente - una brutta rapina. E proprio la rapina sembrerebbe essere il movente dell'omicidio, dal momento che non è mai stata ritrovata la pensione - circa 700 euro - che la vittima aveva ritirato da poco. "E' stato un lavoro lungo e complesso", si limita a commentare la Procura di Ivrea, che in questi mesi ha tessuto in silenzio la fitta trama delle indagini concluse questa sera con l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alessandra Scialabba. Otto mesi di accertamenti che hanno portato i carabinieri e i magistrati a escludere, uno dopo l'altro, ipotesi e sospetti. Quella che in un primo momento era sembrata una morte naturale, per la mancanza di evidenti segni di violenza sul cadavere, aveva poi assunto i contorni dell'omicidio passionale. La vittima, 75 anni, alle spalle una vita intera trascorsa a lavorare nello stabilimento cittadino della Montefibre, era stesa in giacca e cravatta sul pavimento del bagno chiuso con la chiave, che non è mai stata                 ritrovata. Un abbigliamento, si era pensato, indossato per un incontro galante. La ricostruzione dei carabinieri, intervenuti nell' appartamento di via De Gasperi su segnalazione dei vicini di casa, allarmati dall'odore nauseabondo proveniente da quelle stanze, ha portato invece a scoprire un'altra realtà. L' assassino puntava infatti alla pensione, che secondo alcuni testimoni la vittima aveva ritirato alcuni giorni prima e che non è mai più stata ritrovata. Ad incastrare Genovese, secondo quanto appreso, sono stati i riscontri del dna, ottenuti da alcune tracce biologiche trovate sotto le unghie della vittima. Gli inquirenti continuano a mantenere il massimo riserbo sulla vicenda. L'indagine potrebbe infatti non essere ancora conclusa e riservare altri clamorosi sviluppi. 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori