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18 Dicembre 2014 - 18:00
tribunale
E' stata condannata a due anni di reclusione con la condizionale Loredana Erbetta, 60 anni, residente a Ozegna, finita alla sbarra per il reato di circonvenzione d'incapace e difesa dall'Avvocato Luca Fiore. Secondo l'accusa aveva indotto la cugina Silvana Vittone (di due anni più grande, disabile totale, deceduta nel 2007), di cui era tutore, ad intestarle tutti i suoi averi. La sentenza è stata pronunciata giovedì scorso dal giudice Marianna Tiseo del Tribunale di Ivrea.
Il processo, come succede in questi casi, era partito in seguito alla denuncia di altri cugini, Luisella e Piero Marchiando e Sergio Vittone, i quali avevano impugnato il testamento sottoscritto nel 1999 e si sono costituiti parte civile con l'avvocato Pierfranco Sado per chiedere, nella contesa dell'eredità, un lauto risarcimento danni. La condanna è stata addirittura superiore alle richieste del Pubblico Ministero ad un anno e sei mesi.
"Anche se non c'è un atteggiamento di raggiro vero e proprio – aveva premesso il Pubblico Ministero nel formulare le conclusioni chiedendo la concessione delle attenuanti generiche -, dal punto di vista giuridico, l'articolo 643 del codice penale non comporta necessariamente la malafede, si parla di profitto ingiusto e la sensazione che si ha è che l'imputata si sia effettivamente presa cura della Vittone: in cambio delle attenzioni c'era l'accordo di destinarle i beni. E' un ragionamento che si fa in molte famiglie ma in questo caso la Vittone non era in grado di intendere e di volere".
E sul carattere dell'accordo si basa tutto il castello difensivo. Erbetta, come ha ricordato l'Avvocato Fiore, era stata scelta come tutore, dai genitori della Vittone, negli anni Novanta. "Stavano invecchiando, tanto è vero che entrambi sono mancati nei primi anni del 2000 – ha ricordato il legale -. Erano preoccupati della fine che avrebbe fatto la figlia. E' questo il discorso che fanno alla Erbetta: prenditene cura e tieniti il patrimonio. Così tolgono Silvana dalla casa di riposo, dove avrebbe potuto tranquillamente stare. Il testamento era stato concordato, concepito in famiglia".
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