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RIVAROLO-IVREA. Benedino sull'attacco Gender: "bene che si sia aperta la discussione"

RIVAROLO-IVREA. Benedino sull'attacco Gender: "bene che si sia aperta la discussione"

La senatrice Monica Cirinnà con Andrea Benedino e Don Franco Barbero

Andrea Benedino ha chiesto alle istituzioni una presa di posizione forte. La sua battaglia, per l'affermazione dei diritti gay è cominciata quattordici anni, quando fece coming out con una lettera inviata al suo partito e a "La Sentinella del Canavese". Furono tempi duri, di battaglie, dentro e fuori la politica, anche con l'allora Vescovo di Ivrea, Monsignor Arrigo Miglio, come quando quest'ultimo negò la sala dell’oratorio San Giuseppe per ospitare la rassegna "Ivrea la gaya", dicendo che si trattava di "materiale pornografico". Da allora Benedino, coordinatore del Pd del Canavese e del Chivassese, già Assessore ad Ivrea e simbolo dell'Arcigay, ha ottenuto progressi nell'accettazione di chi ama altri dello stesso sesso. "Forse – dice – dovremmo ringraziare la Zaccanti per quell'articolo, perché si è aperta una discussione, a Ivrea è stata approvata una mozione di cui sono orgoglioso, e non se a Rivarolo si sia mai discusso così di Unioni Civili".

Rosanna Ambrogio Rosanna Ambrogio

Un dispiacere, nel vedere che la discussione parta dal Botta, in "quella che è stata la mia scuola", condiviso da insegnanti ed ex insegnanti, come Rosanna Ambrogio: "Non leggo più il Risveglio Popolare – è intervenuta nell'incontro di giovedì -. Sono andata a documentarmi e, a parte il contenuto inveritiero, mi ha colpito la violenza con cui quelle falsità sono state ripetute per dodici volte su quel giornale. Quando ho scoperto che questa persona è un'insegnante, allora mi sono chiesta come possa assolvere ai suoi doveri educativi in una scuola laica, in un liceo statale".

 

A dar un contributo al dibattito Gianluca Polastri. La teoria del conflitto, da lui studiata, ha quattro fasi. Prima vengono affermate le proprie ragioni. Poi, se non si riesce ad averla vinta, si cerca di "decostruire" le ragioni altrui. Se questo non basta si passa alla fase creativa, ovvero si comincia a gettare discredito, si inventano argomenti, per "disumanizzare" l'avversario categorizzandolo, come ha fatto la Zaccanti. C'è un'ultima fase: si inventano prove ad hoc. "A quel punto conta vincere a tutti i costi. Gli esempi storici ci sono. Solo nel 1925 a Londra si scoprì la falsità di documenti su Sion utilizzati contro gli ebrei. L'incendio di Nerone fu addossato ai cristiani. I reati dettati dalla Chiesa, come la sodomia, furono aboliti in Francia nell'ottocento – afferma Polastri, che spiega -, i gay sono diventati il capro espiatorio per giustificare il decadimento della famiglia tradizionale che la Chiesa non ha saputo curare".

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