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19 Novembre 2014 - 16:13
"Se vuoi che ti paghi le fatture per le forniture prima dammi i piccioli". In questo modo Ivano Giordano, classe 1951 ed ex amministratore della ditta Ocap di Valperga, avrebbe estorto denaro, per anni, ad un amico imprendotore, Piervirgilio Rolle, proprietario e rappresentante legale della Euroforce, ormai fallita.
I fatti risalgono al periodo a partire dal 2007. All'epoca la Ocap, che si occupa della realizzazione di sospensioni per auto, acquistava da Rolle dei semilavorati provenienti dalla Cina. "I pagamenti avvenivano per bonifici bancari ma Rolle elargiva, di tanto in tanto, delle contribuzioni non ufficiali..." ha esordito l'allora direttore generale della Ocap spa, interrogato, martedì scorso, dal Pubblico Ministero Claudia Oberto, nell'ambito del processo per estorisione che si sta celebrando presso il Tribunale di Ivrea a carico di Ivano Giordano.
"Si sapeva che ogni tanto passava delle buste in nero, me ne parlava lui, di persona, e diceva che aveva difficoltà a procurarsi quel denaro – ha aggiunto il testimone, venendo, dopo le martellanti domande del Pm, al dunque -. Giordano rispondeva spesso a Rolle, quando quest'ultimo chiedeva il pagamento delle fatture, che, prima, doveva tirare fuori i piccioli. Li ho sentiti parecchie volte definire il denaro in questo modo. Allora il fatturato della Ocap verso l'Euroforce era di centinaia di migliaia di euro. Eppure non era il rapporto solito tra fornitore e acquirente. Erano amici. La frase con cui si lasciavano, quando si vedevano, era: quando ci vediamo a cena?".
Quell'accordo sottobanco era diventato una regola nei rapporti economici tra i due imprenditori. "Era la prassi, anche con altri fornitori – ha aggiunto l'allora direttore generale – dare una somma che di solito era il 4 per cento del fatturato. Giordano aveva l'ultima parola e l'okey al pagamento avveniva solo la corresponsione di quella percentuale". Rolle, insomma, pagava per poter essere pagato. "Quando veniva nel mio studio – ha raccontato ancora il teste – si lamentava del ritardo dei pagamenti e andava via un po' abbacchiato. Fondamentalmente, però, accettava la situazione. Non ho mai sentito proferire minacce".
Adriana Bortolin, ex dipendente della Cometa, altra ditta di proprietà dell'Ingegner Rolle, e poi licenziata in seguito al fallimento, ha ricordato quanto fosse diventato difficile tirare avanti. "Rolle – ha riferito – si sentiva sotto pressione: si trovava a pagare i cinesi, chiedeva anticipi alle banche ma i pagamenti, da parte di Giordano, avvenivano mesi dopo, e comunque sempre a certe condizioni". Da lì il tracollo e poi la querela, sporta da Rolle nei confronti dell'ex amico.
La difesa di Giordano ha posto, dal canto suo, l'attenzione su alcuni particolari. Rolle, per esempio, conduceva una vita dispendiosa. "Alla vecchia maniera, vedeva il conto del'azienda come un conto personale" ha confermato la stessa ex impiegata a proposito di alcuni prelievi ingiustificati riscontrati.
Il giudice Marianna Tiseo ha disposto una perizia, per valutare la possibilità della persona offesa, affetta da problemi di salute, di venire in udienza a testimoniare ed ha disposto l'accompagnamento coattivo del testimone Roberto Maccioni, rinviando il processo a dicembre.
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