Quel che colpisce di più è il modo in cui, in soli cinque anni, Giuseppe Niglio sia riuscito a conquistare il cuore di Settimo e dei suoi concittadini. Tanto che, a sentire i commenti di chi lo conosceva bene, non si potrebbe che pensare che lui, Giuseppe, fosse un settimese doc. Tanto è l’affetto che l’intera comunità ha mostrato nel suoi confronti, dopo la tragedia che lo ha visto coinvolto. E invece lui è arrivato qui solo pochi anni fa, assieme alla moglie Roberta e alle due figlie Giorgia e Elisa. Abitavano a Torino, prima di trasferirsi al Borgo Nuovo. Ma è bastato poco, pochissimo, alla famiglia Niglio per inserirsi nella comunità settimese. Sport, parrocchia, associazioni, volontariato: Giuseppe, Roberta e le loro giovani figlie non si sono mai tirati indietro, non sono mai stati in disparte. Non sono il tipo di famiglia che condivide nulla nemmeno con i propri vicini di casa. Ecco perché la chiesa di Santa Maria è riuscita a malapena a contenere l’immensa folla radunatasi per l’ultimo saluto a Giuseppe
Giuseppe Niglio
, scomparso a soli 46 anni nel tragico incidente avvenuto a Settimo giovedì 30 ottobre. C’erano i rappresentanti della Lilliput Settimo al gran completo. Nella società pallavolistica settimese, infatti, gioca la figlia minore, Elisa, 10 anni. Fino alla scorsa stagione anche l’altra figlia, Giorgia, militava nell’under 16. “Giuseppe seguiva molto da vicino le figlie, veniva sempre a vederle giocare - ricorda Marcello Capucchio, direttore sportivo della Lilliput -, so che potrebbe sembrare la solita retorica, ma non lo è: Giuseppe era davvero una persona sempre sorridente e disponibile. Non gli ho mai sentito dire una parola fuori posto, si è sempre dato da fare per aiutare la nostra società. Per esempio, lo scorso anno si è offerto di fare il dirigente addetto all’arbitro. Ci ha aiutato in ogni modo possibile. Questo lutto ci ha colpiti tutti nel profondo”. Tutti, nella società pallavolistica, ricordano le lunghe trasferte per seguire le partite delle giovani atlete. “Giuseppe veniva spesso in camper - racconta Debora Salmaso, dirigente della squadra Under 16 -, all’ora di pranzo ci ospitava per mangiare tutti insieme. Di lui e della sua famiglia non posso che dire cose positive, con noi è sempre stato una persona educata e premurosa. In una parola, speciale. Di Giuseppe potevo fidarmi, era molto affidabile oltre che sempre presente. E posso garantire che per il bene delle sue figlie avrebbe fatto di tutto. Con loro era comprensivo: non l’ho mai visto arrabbiarsi, mai”. A tributare l’ultimo saluto a Giuseppe Niglio c’erano anche i volontari del Parco Tinivella. Giuseppe Niglio, infatti, era anche molto conosciuto come volontario del comitato di gestione dell’area verde. E' stato uno dei fondatori, impegnato fin dal primo istante nella salvaguardia di uno dei luoghi più accoglienti del Borgo Nuovo. "Una persona davvero disponibile e pronta a dare una mano quando c'era bisogno - commenta Vito Sileo, presidente del comitato Tinivella - . Abitava a due passi dal parco e non si tirava mai indietro se c'era qualcosa da fare. Un destino davvero assurdo. Siamo vicini alla sua famiglia". Giuseppe frequentava assiduamente anche la parrocchia Santa Maria, in via Don Gnocchi. “Era molto ben inserito nella comunità - commenta il parroco, don Domenico -. Non mancava mai all’eucarestia domenicale, accompagnava molto spesso le figlie all’oratorio. Le due ragazze, infatti, frequentano i gruppi della nostra parrocchia. La veglia biblica e il funerale sono stati estremamente partecipati e intensi, segno che Giuseppe aveva una grande rete di amici in città”. Insomma, una persona di quelle capaci di lasciare il segno. La parola più ricorrente, in questi giorni in cui il dolore per il lutto è ancora vivo e forte, è “vuoto”. Un grande vuoto, quello che lascerà Giuseppe Niglio. Nell’intera comunità settimese.
lucaschiliro@giornalelavoce.it
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