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ROMANO. Presentato il Piano di Minimizzazione degli impianti elettromagnetici

ROMANO. Presentato il Piano di Minimizzazione degli impianti elettromagnetici

Romano illustrazoneDE BEI: "FOLLE SPENDERE 18MILA PER UNA CONSULENZA"

FERRERO: "RIUTILIZZEREMO I SOLDI PER CONTROLLI"

Il Piano di Minimizzazione, elaborato dalla società Polab di Novacchio, in provincia di Pisa, ed illustrato mercoledì sera in un incontro al salone del Mulino di Cascine, è uno strumento introdotto dalla legge 36 del 2001, adottato da pochi altri Comuni in Italia, che non può impedire la localizzazione delle antenne, ma può suggerire delle aree in un contesto dinamico: partendo dalla rilevazione attuale, si realizza una mappatura, mq per mq, per capire quali siano le zone idonee per la collocazione di una nuova antenna e quali no; quindi, installato un nuovo impianto e cambiando i valori, la mappatura viene rieseguita. In questo discorso si inserisce anche la novità dei 4 giga. Basta pensare, come ha riferito il dottor Turco, che "al momento abbiamo il servizio ma non la tecnologia moderna, basterebbero 8mila nuovi impianti per risolvere la rete. Ragion per cui noi ci troviamo anche a far calcoli in presenza di antenne che non stanno funzionando perchè è in corso la costruzione delle rete infrastrutturale".

Il Piano, però, non è vincolante. "Noi possiamo suggerire ma non obbligare (rischieremmo ricorsi), la compagnia è libera di scegliere" ha riferito lo stesso Turco. Per questo i 18.600 euro che il Comune spenderà in tre anni per l'incarico di consulenza affidato alla Polab, secondo il consigliere di minoranza Stefano De Bei, sono una follia. "Noi paghiamo un progetto – commenta De Bei – senza avere nemmeno dei controlli e nel frattempo le antenne, contro cui si era battuto il Comitato, verranno installate lo stesso perchè per legge il Comune non può impedire la libera scelta dei gestori. E' un buon Piano ma secondo me non ci tutela e lede i diritti di quei privati che sarebbero propensi ad ospitare antenne sui propri terreni".

Romano Oscarino Ferrero 2014 Il Sindaco

Uno degli obiettivi del Piano, del resto, è proprio questo: arraffarsi gli impianti (con i relativi introiti) su terreni di proprietà comunale. "Potremo riutilizzare le entrate – ha abbozzato il Sindaco Osca Ferrero - per finanziare azioni di controllo e di salvaguardia del territorio".

 

L'ESPERTO SFATA LE CONVINZIONI DEL COMITATO: "NON VALE L'EQUAZIONE PIU' LONTANO PIU' SICURO"

Mercoledì sera i tecnici dell'azienda Polab (a cui il comune ha commissione la redazione di un piano di minimizzazione degli impianti elettromagnetici) hanno riferito quel che in sostanza già si sapeva, smaterializzando le convinzioni su cui si basava la protesta del Comitato spontaneo, nato a Romano, contro le antenne.

Il dottor Alfio Turco ha esposto innanzitutto la situazione normativa, che concede ampia libertà ai gestori di scegliere i luoghi in cui localizzare gli impianti, tanto è vero che "lo Sblocca Italia, in corso di discussione al Governo, contiene misure a favore delle compagnie telefoniche per agevolare le procedure (addirittura un articolo, che è stato levato, prevedeva che la cessione dei terreni dovesse avvenire in forma gratuita)".

Turco, ironizzando sullo "scontro mitologico tra quelli che si muore dopo una telefonata (il Comitato romanese aveva addirittura proposto una 'zona bianca', cioè totalmente priva di segnale ndr) e quelli che non si muore dopo 40 anni passati col telefono attaccato alla zucca", ha sfatato anche un po' di luoghi comuni ricordando che "paradossalmente, non vale l'equazione più lontano, più sicuro". "Scuole, ospedali – ha spiegato l'esperto – sono le strutture che risultano maggiormente inquinate, proprio le zone che si cerca di tutelare tenendo lontane le antenne. E' più sicuro collocare un'antenna sul tetto dell'edificio, anzichè a cinquanta metri con un campo elettromagnetico che spara addosso. Non serve a nulla posizionare antenne a 50 metri dalle scuole se non si impedisce l'uso del telefonino al loro interno. Questo perchè se io sono più vicino all'antenna, allora occorre un segnale minore, più sono lontano più la trasmissione si intensifica perchè il segnale è più debole (in questi casi notiamo che il telefono si surriscalda, la batteria lavora di più, si fa più fatica a trovare la rete). Spesso le cose fatte in buona fede sono le più dannose".Romano a dx Alfio Turco

Partendo da questi presupposti il Piano per la minimizzazione degli impianti elettromagnetici mira a trovare un punto d'accordo con i gestori, partendo da un'analisi dei campi. "Fino a pochi anni fa – ha ricordato Del Turco – c'era l'abitudine a individuare delle aree su cui collocare le antenne di tutti i gestori. Un metodo che non funziona. I luoghi vanno diversificati per garantire un servizio che, possa piacere o meno, ormai è acquisito. Il percorso è questo: noi chiediamo ai gestori un piano di sviluppo aziendale, loro ci indicano dei siti, noi suggeriamo delle proposte".

Così la Polab si è comportata con Tim, che ha intenzione di collocare due antenne, e con Vodafone, che ne vuol inserire una, suggerendo, per la prima compagnia, dei siti in via Regina Margherita e in via Montalenghe, e per la seconda alla rotonda tra la sp58 e la sp82 oppure al capannone ex Badoni.

"Attualmente – hanno illustrato gli esperti – sul territorio di Romano non ci sono antenne. Ce ne sono invece cinque a Scarmagno e due a Strambino". In alcune aree del paese il telefonino, infatti, non prende nemmeno. Al "Mulino" di Cascine, per esempio, proprio dove si è tenuto l'incontro, il segnale è assente.

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