Cerca

RONCO. Eredità Perucca: in Appella chiesta la condanna della famiglia Crosasso

RONCO. Eredità Perucca: in Appella chiesta la condanna della famiglia Crosasso

Danilo Crosasso, sindaco uscente di Ronco Canavese

Due anni e due mesi di reclusione. E' questa la richiesta di condanna formulata, presso la Corte d'Appello di Torino, dal sostituto procuratore Virginia Borgani nei confronti di Danilo Crosasso, Sindaco di Ronco, e di sua madre Renata Martinelli, per il reato di "circonvenzione d'incapace", nell'ambito del processo legato all'eredità contesa dell'anziano zio milionario Battista Perucca, mancato nel 2008.

La stessa condanna è stata chiesta per altre tre persone: il notaio Sergio D’Arrigo e i due testimoni testamentari Alberto Guidetto ed Ezio Bertoglio. E' stata invece stralciata la posizione di Silvano Crosasso, padre di Danilo ed primo ex-sindaco di Valprato Soana, che verrà giudicato in un processo a parte, per un vizio procedurale evidenziato dall'avvocato difensore Ferdinando Ferrero.

I cinque erano stati assolti in primo grado ma gli altri nipoti del Perucca, che si erano costituiti parte civile hanno presentato ricorso.

Secondo l'accusa gli imputati avrebbero indotto il Perucca a firmare un nuovo testamento, nel 2007, nei suoi ultimi mesi di vita, trascorsi in ospedale in seguito ad una caduta domestica. Il Paperon de Paperoni di Ronco aveva infatti lasciato tutto in eredità alla nipote Renata Martinelli. Conti correnti e proprietà immobiliari per un valore di oltre nove milioni di euro suscitando la rabbia degli altri nipoti, inseriti tra gli eredi nel testamento originario.

La difesa affidata ai legali Ferdinando Ferrero e Costanza Casali, ha sempre sostenuto la buona fede della famiglia Crosasso. Lo stesso giudice Mancini del Tribunale di Ivrea, nel motivare la sentenza di assoluzione, era giunta alla conclusione che non si potesse escludere un certo interesse dei Crosasso alla lauta eredità del ricco zio, ma un conto è accattivarsi la simpatia, un altro è coertarne la volontà.

Inoltre, secondo il giudice, mancava il presupposto cardine: l'anziano zio Battista Perucca non era circonvenbile, le piccole perdite di memoria erano comprensibilmente legate all'età e alla mole di affari che gestiva.

La sentenza in Appello sarà pronunciata l'11 dicembre.

 
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori