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IVREA. La Preside: "questo non è bullismo"

IVREA. La Preside: "questo non è bullismo"

Bullismo

"Questo non è bullismo". Lo dice e lo ribadisce Anna Piovano, preside della scuola media Arduino dove l'altra settimana un ragazzo di terza media ha stretto le mani intorno al collo di un primino. "Non ci sono assolutamente – tiene a sottolineare Piovano – le condizioni per cui si possa parlare di bullismo. Nella letteratura se ne può parlare quando dei ragazzi si coalizzano in gruppo contro un soggetto più debole e infieriscono verso questa vittima. In questo caso, invece, il piccolo ha provocato ed il grande ha reagito. Non ci sono proprio atti di bullismo, ma un caso isolato di due soggetti che sono entrati in conflitto". Una provocazione non giustifica in ogni caso un'aggressione e, di fronte alla segnalazione arrivata a scuola, da parte della mamma del ragazzino aggredito, la dirigenza si è subito attivata.

"Ho fatto una ricostruzione dei fatti – conferma Piovano -, abbiamo parlato con i ragazzi, con le famiglie e abbiamo ribadito che fuori dall'orario scolastico sono responsabili i genitori. Fisicamente non c'ero, per cui non posso avvallorare tesi di un soggetto o dell'altro, toccherà alla mamma del ragazzo più piccolo vedere se sporgere denuncia o meno. Noi – prosegue - lanceremo ulteriori messaggi educativi anche se, come scuola secondaria, svolgiamo già diversi interventi per sensibilizzare i giovani al rispetto della persona e della dignità umana. Le insegnanti di lettere, in particolare, si fanno carico di approfondire il discorso sulla tolleranza, sulla disponibilità all'ascolto. Chiaramente i ragazzi sono purtroppo circondati da mondo che spesso incita alla violenza ed alcuni sono più sensbili di altri. La scuola fa la sua parte ma non le si può attribuire tutto il peso della crescita e dell'educazione dei giovani. E importante che anche le famiglie ed il contesto sociale facciano il loro. Deve esistere una corrresponsabilità educativa"

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