Cerca

CUORGNE' - PONT CANAVESE. “Il dottore non ha fatto tutto quanto era possibile ...”

CUORGNE' -  PONT CANAVESE. “Il dottore non ha fatto tutto quanto era possibile ...”

L'ospedale di Cuorgné

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un amico di famiglia di Paolo Monteu Saulat. Solo pochi minuti e Paolo poteva salvarsi. Le valutazioni cliniche e medico legali effettuate sulle prestazioni di Pronto Soccorso del 04.08.2011 hanno esaminato dettagliatamente il caso ed hanno dimostrato che non stati compiti tutti gli atti necessari per affrontare una probabile sindrome coronarica acuta. Va ricordato che la dimissione con diagnosi di “dolore toracico” è avvenuta prima di conoscere gli esiti della troponima, proprio quelli che sono risultati alterati e che, uniti agli altri sintomi (come la perdita di coscienza, la sudorazione ed il dolore toracico) avrebbero dovuto allertare i sanitari imponendo approfondimenti diagnostici di fondamentale importanza per la sopravvivenza del paziente. Paolo Montenu Saulat è stato dimesso alle ore 23,32 mentre il referto della troponina è stato stampato alle 23,35... E’ evidente che nessuno si è preoccupato di verificare l’esito di un esame così importante e, cosa ancor più grave, non ha richiamato il paziente dopo aver ricevuto l’esito che indicava l’alterazione dei valori. Pochi minuti: la verifica di un esito sarebbe stata sufficiente per provvedere all’immediato ricovero per gli accertamenti necessari, la terapia anti ischemica, il monitoraggio del paziente ed eventualmente il trasferimento presso un ospedale dotato di Unità coronarica. Venerdì scorso, oltre ai periti della difesa del Dottor Scala (l’avvocato Giuliano Arimondo ed il cardiologo Filippo Sciuto) è stata sentita, di fronte al Giudice Ludovico Morello anche la dottoressa Antonella Pernechele, che era di turno in Pronto Soccorso il 4 agosto 2011 e che aveva richiesto l’esame della troponina poco prima di finire il turno di lavoro. Il dottor Scala Roberto, giunto in Pronto soccorso per il cambio turno con la dottoressa Pernechele, avrebbe dovuto semplicemente attendere l’esito. La stessa Dottoressa, quando in tribunale le è stato chiesto che cosa avrebbe fatto se avesse visto quell’esito, non ha avuto dubbi nell’affermare “io l’avrei ricoverato”. Il dottor Scala, di turno al Pronto Soccorso quel 4 agosto 2011, ha ritenuto di dimettere Paolo col semplice consiglio di una “eventuale” visita cardiologica, ed afferma pubblicamente di “aver fatto tutto il possibile per salvarlo” ma non ha aspettato pochi minuti fondamentali per salvare la vita di Paolo Monteu Saulat, nè si è preoccupato di verificare gli esiti delle sue analis.

Luca Pieruccini

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori