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Gambarino e la 'ndrangheta: "Non ho nulla a che fare con gli arrestati di Minotauro"

Gambarino e la 'ndrangheta: "Non ho nulla a che fare con gli arrestati di Minotauro"

Piero Gambarino in una conferenza stampa

Nell’udienza tenutasi la scorsa settimana a Torino, Piero Gambarino è stato chiamato anche a chiarire i suoi rapporti con Giovanni Iaria, imputato nel processo Minotauro sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. Iaria, vice segretario provinciale del Psi all’inizio degli anni Novanta, influente politico del Canavese, è stato condannato in primo grado a sette anni e quattro mesi di reclusione: i suoi avvocati hanno proposto ricorso e la sua posizione è in questi giorni al vaglio della Corte d’Appello di Torino. Ma che c’entra Gambarino con Iaria? Nelle intercettazioni ambientali che fanno parte dell’inchiesta di Minotauro, Gambarino è stato sorpreso ad un pranzo nella villa di Iaria, a Cuorgné, pranzo a cui hanno partecipato, tra gli altri, imprenditori del Canavese e politici locali. Ma anche alcuni esponenti della ‘ndrangheta, finiti poi in carcere nel giugno 2011. “Ho conosciuto Giovanni Iaria più di vent’anni fa allo stadio comunale di Torino, durante una partita del Toro - ha chiarito Gambarino -. Lui collaborava con Borsano. Eravamo seduti vicino, in tribuna, e me l’hanno presentato. A quel pranzo mi aveva invitato un ex sindaco, mio amico. Non sapevo chi ci fosse, oltre a noi: io sono andato con mio figlio, che aveva appena 45 giorni. C’erano altre venticinque persone a quel pranzo...”. “Io non ho mai avuto a che fare con gli arrestati di Minotauro - ha continuato Gambarino -. In quegli anni, giravo molto per il Canavese: ero stato nominato prima responsabile degli enti locali di Forza Italia verso il Pdl, poi del Pdl. Seguivo le campagne elettorali ma, ripeto, non ho mai avuto rapporti con queste persone. Basta guardare cos’è successo a Rivarolo nel 2008: ho lavorato per la lista di Marcheis, sostenendo Bollero e Abena, mentre l’accusa di Minotauro dice che Iaria sosteneva una lista di socialisti. Oppure quello che è successo l’anno dopo a Cuorgné: io ‘portavo’ Enzo Coello, ho fatto un accordo con il segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando, sottoscritto alla presenza di altre persone. Chiedo: dove sta allora la collusione con la ‘ndrangheta?”.
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