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CUORGNE'. 7 anni e mezzo di reclusione per il patrigno orco. Violenta la figliastra tutti i giorni per sei anni

CUORGNE'. 7 anni e mezzo di reclusione per il patrigno orco. Violenta la figliastra tutti i giorni per sei anni

Violenta la figliastra. Tutti i giorni. Per quasi dieci anni. Nessuno si accorge di nulla, nemmeno la madre. Fino a quando la giovane, ormai sedicenne, decide finalmente di superare quel vortice di sentimenti, fatto di paura e dolore, angoscia e vergogna, e di confidarsi con il proprio fidanzato e con la madre di quest'ultimo. Da loro ottienne tutto l'aiuto e la forza necessari per uscire dall'incubo. Viene a galla un racconto agghiacciante. Anni di abusi quotidiani subiti tra le quattro mura di casa, all'insaputa di tutti, nel timore reverenziale verso quel patrigno orco. Nicolai N., cinquantenne di Cuorgnè di origine romena, è finito alla sbarra con l'accusa di violenza sessuale su minore, difeso dall'Avvocato Federica Ceratti. Ieri pomeriggio il processo si è concluso ieri pomeriggio ed il collegio del Tribunale di Ivrea, presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto, lo hacondannato a sette anni e mezzo di reclusione.

"Come accade in questi processi – ha esordito il Pm Ruggero Crupi – l'unico testimone è la persona offesa, a cui si accostano testimonianze di riscontro. La ragazza, sentita il 24 settembre 2013, ha rilasciato un racconto molto lungo e particolareggiato. Un racconto coerente, cristallino, logico. Possiamo ritenere dimostrata la sua attendibilità".

La ragazza, che oggi ha 21 anni, ha ripercorso tutti i dettagli delle violenze subite fin dalla tenera età, da quando, a soli 10 anni, arriva in Italia per ricongiungersi alla madre, già migrata nel nostro paese in cerca di lavoro. Si ritrova a vivere in pochi metri quadrati, dormendo la notte tra la madre e il nuovo convivente di quest'ultima, in mezzo a loro due, poichè non c'era posto per tutti. In quel letto sarebbe iniziato l'incubo. Nicolai N., approfittando del sonno della compagna, avrebbe iniziato ad allungare le mani verso i genitali della bambina. I tre si trasferiscono presto in un'abitazione più grande ma la madre trova lavoro, come badante, presso un'anziana, mansione che la tiene lontana tutta la settimana.

"La ragazza, a questo punto – ha ricordato il Pm Crupiha una camera tutta per sè ma l'imputato, approfittando dell'assenza della convivente, comincia a consumare con lei rapporti sessuali sempre più intensi. Lei non racconta nulla. Ha paura. Descrive Nicolai come una persona violenta, che picchia la madre e che molla due ceffoni anche a lei, nel momento in cui tenta di difenderla. Cede. Nicolai la costringe a rapporti orali, arriva a penetrarla sia nella vagina che analmente. Succede tutte le sere, fino a quando cambiano un'altra casa e manca l'anziana ma la madre trova nuovamente un altro lavoro come badante".

Nel frattempo la giovane comincia a frequentare i ragazzini ed arriva il primo fidanzatino. Trova il modo di eludere le richieste del patrigno, con qualche scusa, ma sono occasioni sporadiche. C'è un momento significativo: quando Nicolai sorprende la ragazzina intenta a guardare la tv in camera, insieme al cugino, la intima: "se scroprono che non sei più vergie dirò che è stato lui".

Nel 2009 finalmente la giovane racconta tutto al fidanzato, il quale si rivolge alla propria madre e trovano il modo di parlarne anche con la madre di lei.

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