Non semplice assenza di malattia, bensì "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale": secondo questa definizione data dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute è il risultato di un processo dinamico in cui realizzare se stessi grazie alla presenza degli altri. In questo crede la Fondazione Ferrero di Alba, che con molteplici attività promuove da anni un modello di invecchiamento in salute divenuto un riferimento per la valorizzazione della terza età. Il tema è al centro di un convegno internazionale di tre giorni 'Invecchiamento di successo, body and mind connection', organizzato dalla Fondazione presso la propria sede da oggi, durante il quale vengono presentati anche i risultati del progetto di invecchiamento attivo messo in campo per i dipendenti anziani. L'iniziativa è partita negli anni '80 con una serie di servizi rivolti ai dipendenti e pensionati dell'azienda di Alba con almeno 25 anni di servizio. Si spazia dall'attività fisica al monitoraggio medico, dalle iniziative culturali all'organizzazione di gruppi di volontariato. I frutti del programma, studiati nell'ambito di una ricerca in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore e con l'Asl di Alba-Bra, ha spiegato il responsabile medico-scientifico della Fondazione, Ettore Bologna, dimostrano come "gli interventi abbiano favorito un invecchiamento più attivo e partecipe, migliorando la qualità della vita e la sopravvivenza dei partecipanti, con ricadute positive anche sulla spesa sanitaria pubblica grazie alla diminuita necessità di cure". Il convegno, nell'ambito delle iniziative internazionali che la Fondazione realizza dal 2013 con cadenza biennale, si svolge sotto l'alto patrocinio del Parlamento Europeo. E' articolato in quattro sessioni scientifiche: sulla cronicità, sulla memoria, sulla tecnologia al servizio dell'invecchiamento e sul ruolo del macrobiota intestinale nella salute. Come ha spiegato aprendo i lavori Luigi Ferrucci, fra i massimi esperti mondiali di invecchiamento, la nuova frontiera negli studi è un cambiamento radicale di paradigma: l'invecchiamento non è più ritenuto un fattore biologico non modificabile, bensì un processo modulabile attraverso una serie di interventi. Alcuni riguardano gli stili di vita, sono già piuttosto conosciuti e sono oggetto del progetto della Fondazione. Altri concernono la ricerca, e potrebbero dare frutti concreti già nell'arco di pochi anni.
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