L'industria italiana perde un'altro dei suoi grandi capitani. E' morto oggi ad Alba, dopo una lunga malattia, Carlo Miroglio, 92 anni, presidente onorario dell'omonima azienda tessile che contribuì a portare nel mondo. Dal piccolo laboratorio tessile fondato dal padre Giuseppe nel 1947 a vero e proprio colosso mondiale, con 49 società in 34 Paesi e oltre mille punti vendita in ogni angolo del Pianeta. Cuneese come Michele Ferrero, il papà della Nutella scomparso quattro mesi fa, Carlo Miroglio faceva parte "di quella generazione di piemontesi - ricorda il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino - che hanno reso grande la nostra industria manifatturiera coniugando impegno, intuizione, dedizione e attenzione al territorio". E che hanno creato "aziende oggi riconosciute in tutto il mondo come parte fondante dell'eccellenza italiana". Attivo sin da giovane nel negozio di stoffe della famiglia, nella sua lunga carriera Carlo Miroglio si è occupato soprattutto degli aspetti amministrativi dell'impresa. Nel 1952 diventa di fatto socio dell'attività industriale, specializzata nella produzione di tessuti di seta, assieme al fratello Franco, morto sette anni fa. L'anno della svolta è il 1955, con il passaggio della Miroglio dal padre ai due figli. Nasce la Vestebene, divisione dedicata alla produzione di confezioni in serie e, tre anni dopo, il completamento della filiera tessile. Nel 1967 con la trasformazione della Miroglio in Spa, Carlo Miroglio diventa presidente della società, ruolo confermato poi nel 1971 con la fusione di Tessiture Miroglio e Vestebene in un unico gruppo. Con i problemi di salute del fratello Franco e la sua successiva avventura politica, tocca a Carlo prendere in mano le redini della società. Negli anni '90 inizia l'avventura con la distribuzione, che ha portato Miroglio ad essere presente in tutti e cinque i continenti. Nel 2011 il passaggio ai figli dell'azienda, di cui il Cavaliere di Gran Croce - onorificenza ottenuta dalla Presidenza della Repubblica nel 2002 - resta appunto presidente onorario. "E' come se fossimo giunti a un passaggio generazionale", osserva Maurizio Marello, il sindaco di Alba. "Pochi mesi fa Michele Ferrero, oggi Carlo Miroglio. Un'eredità pesante quella che ci lasciano questi grandi imprenditori".
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