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Lutto

Addio a Brigitte Bardot, l’icona che ha cambiato il cinema scegliendo di fermarsi prima del declino

Morta a 91 anni la donna che trasformò la libertà in un gesto rivoluzionario

Addio a Brigitte Bardot

Addio a Brigitte Bardot, l’icona che ha cambiato il cinema scegliendo di fermarsi prima del declino

È morta Brigitte Bardot. L’attrice francese si è spenta a 91 anni, come annunciato dalla Fondazione Brigitte Bardot, l’ente che portava il suo nome e che negli ultimi decenni aveva rappresentato il centro del suo impegno pubblico. Con la sua morte si chiude una delle storie più dirompenti del cinema europeo del Novecento, una parabola breve, intensissima, capace di lasciare un segno duraturo proprio perché interrotta nel momento di massima esposizione.

Brigitte Anne Marie Bardot, per il mondo semplicemente BB, non è stata solo un’attrice. È stata un simbolo culturale, un corpo politico, un’immagine che ha riscritto il modo di guardare la donna sullo schermo. Bastavano due iniziali per identificarla ovunque: icona di bellezza, sensualità, trasgressione, ma anche figura fragile, tormentata, spesso in conflitto con il personaggio che il mondo le aveva cucito addosso. «Sono stata molto felice, molto ricca, molto bella, ma anche molto famosa e molto infelice», aveva detto, sintetizzando una vita vissuta come una corsa senza pause tra i 15 e i 40 anni, sotto una pressione costante, mediatica e personale.

Nata a Parigi, figlia di un industriale benestante, Bardot cresce in un ambiente rigido, segnato da un rapporto complesso con una madre severa, che proietta su di lei le proprie ambizioni artistiche mai realizzate. La danza diventa presto una disciplina totalizzante, quasi una forma di controllo. A quindici anni è già iscritta al Conservatorio di Parigi, ma il destino prende un’altra direzione quando arriva la moda, le copertine di Elle, una fotografia destinata a cambiare tutto. «Una fotografia può essere un istante di vita catturato per l’eternità», dirà più tardi. Quello scatto diventa il suo ingresso nel cinema.

Il regista Marc Allégret la segnala al suo assistente Roger Vadim. Tra i due è un colpo di fulmine, umano e artistico. Si sposano nel 1952, poco dopo la maggiore età di Brigitte, contro la volontà della famiglia. I primi film, però, non sono memorabili: ruoli minori, produzioni poco ambiziose. Ma la sua sola presenza ai festival, in particolare a Cannes, oscura dive affermate come Sophia Loren e Gina Lollobrigida, anche grazie a uno stile libero e provocatorio, fatto di bikini, abiti essenziali e pose che infrangono ogni codice dell’epoca.

Il punto di svolta arriva nel 1956 con E Dio creò la donna, diretto da Vadim. Bardot interpreta una giovane donna sensuale, desiderante, lontanissima dai modelli femminili rassicuranti allora dominanti, soprattutto nel cinema americano ancora vincolato al codice Hays. In Francia, invece, BB non ha paura di mostrarsi, di spogliarsi, di incarnare una femminilità autonoma. Il film diventa un successo mondiale e la trasforma in un fenomeno globale, consolidato da titoli popolari come La ragazza del peccato accanto a Jean Gabin.

Negli anni successivi lavora con alcuni dei più grandi registi europei. Con Jean-Luc Godard gira Il disprezzo, tratto dal romanzo di Alberto Moravia, ambientato tra la villa Malaparte a Capri e Cinecittà. Un film-manifesto, stravolto in Italia dai tagli del produttore Carlo Ponti, tanto da spingere Godard a disconoscerne la versione distribuita. Bardot è Camille, moglie giovane e bellissima, simbolo insieme del desiderio e della crisi del cinema stesso. Seguono La verità di Henri-Georges Clouzot, La vita privata di Louis Malle, e Viva Maria!, western atipico girato in Messico con Jeanne Moreau, dove Bardot veste i panni di una pistolera ironica e anticonvenzionale.

Parallelamente, la sua vita privata si frantuma sotto il peso della fama. Dopo la separazione da Vadim nel 1956, arrivano relazioni brevi e intense con Jean-Louis Trintignant, Gilbert Bécaud, Raf Vallone, Sacha Distel. Nel 1959 sposa Jacques Charrier e l’anno successivo nasce il figlio Nicolas-Jacques, ma il rapporto con la maternità è doloroso, segnato dall’assedio dei paparazzi, dall’insicurezza emotiva e da ripetuti tentativi di suicidio. Proprio sul set de La verità nasce l’amore con Sami Frey, che porta alla fine del matrimonio e a un conflitto profondo con Charrier e con il figlio, che anni dopo arriveranno a denunciarla in tribunale dopo l’uscita dell’autobiografia Mi chiamano B.B.

Negli anni Sessanta Bardot affianca al cinema anche una carriera musicale, grazie all’incontro con Serge Gainsbourg. Nascono brani iconici come Bonnie and Clyde, Comic Strip e Je t’aime… moi non plus, diventati simboli di un’epoca. Una collaborazione artistica intrecciata a una relazione sentimentale che provoca la furia del marito di allora, il miliardario Gunter Sachs, deciso perfino a vietare la diffusione della canzone.

Dopo aver rifiutato un film di James Bond, Bardot gira ancora alcuni titoli, tra cui La via del rhum con Lino Ventura, Le pistolere con Claudia Cardinale e Una donna come me con Vadim. Poi, nel 1974, a pochi mesi dai quarant’anni, annuncia il ritiro definitivo dalle scene. Una scelta radicale, quasi senza precedenti, che contribuisce a trasformarla per sempre in mito. Nello stesso anno posa in topless per Playboy, come ultimo gesto di controllo sulla propria immagine.

Da allora Bardot si ritira nella sua tenuta della Madrague, a Saint-Tropez, trasformata negli anni in una sorta di arca di Noè. Qui concentra le sue battaglie per la difesa degli animali, fondando l’omonima Fondazione, finanziata anche vendendo i propri gioielli. Non mancano prese di posizione dure e controverse contro l’Islam francese, la macellazione halal, e una dichiarata vicinanza alla destra nazionalista, con rapporti con la famiglia Le Pen e il sostegno ai gilet gialli. Anche lontana dal cinema, Bardot resta una figura divisiva, incapace di diventare neutra.

«B.B. ormai è morta. Era solo un’immagine. Adesso sono un’altra persona», aveva detto. Oggi, con la sua scomparsa, quella immagine entra definitivamente nella storia. Brigitte Bardot lascia un’eredità complessa, luminosa e scomoda, fatta di libertà, eccessi, rotture e silenzi. Un’icona che ha scelto di fermarsi prima che il tempo decidesse per lei, e che proprio per questo resterà intatta.

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