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Cronaca

Accoltella la vicina perché il cane abbaia, condannato a 4 anni e mezzo di carcere

«Il cane abbaiava troppo», la follia armata in condominio: coltellata al collo e condanna per tentato omicidio

Accoltella la vicina

Accoltella la vicina perché il cane abbaia, condannato a 4 anni e mezzo di carcere

Una lite di vicinato degenerata in violenza estrema, con una donna ridotta in fin di vita e una condanna che arriva a distanza di mesi. Si è chiuso con una pena di 4 anni e 6 mesi di carcere il processo a Salvatore Di Prima, 73 anni, arrestato per tentato omicidio dopo l’aggressione avvenuta il 1° gennaio 2025 in corso Maroncelli. Secondo l’accusa, l’uomo aveva reagito alle continue lamentele per l’abbaiare di un cane di razza pinscher, arrivando ad armarsi di un coltello da cucina e a colpire la padrona dell’animale, una donna di 63 anni, ipovedente e titolare di pensione di invalidità.

L’aggressione si era consumata all’interno dello stabile dove entrambi vivevano. Di Prima era uscito dal proprio appartamento con un coltello e aveva colpito la vicina al collo, provocandole una grave lesione alla trachea. La donna era stata soccorsa in condizioni critiche e trasportata d’urgenza in ospedale, dove aveva lottato tra la vita e la morte. L’intervento tempestivo dei sanitari aveva evitato l’esito fatale, mentre l’aggressore era stato arrestato poche ore dopo dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio.

Il procedimento si è svolto con rito abbreviato. Il pubblico ministero Alessandro Aghemo aveva chiesto una condanna a 6 anni e 9 mesi, sostenendo la gravità dei fatti e la sproporzione assoluta tra il motivo scatenante e l’azione violenta. Il giudice Claudio Ferrero, però, ha escluso le aggravanti della premeditazione e della minorata difesa, ritenendo che non vi fossero elementi sufficienti per riconoscerle, e ha rideterminato la pena al ribasso.

A incidere sulla decisione è stato anche il risarcimento di 29mila euro versato dall’imputato alla vittima, considerato un elemento attenuante nella quantificazione della pena. Il giudice ha inoltre accolto la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Bernardo, concedendo a Di Prima la detenzione domiciliare, in considerazione dell’età avanzata dell’imputato e delle condizioni personali.

La sentenza mette un punto giudiziario a una vicenda che aveva scosso il quartiere, riportando al centro dell’attenzione il tema delle tensioni di vicinato e della loro possibile degenerazione. Un diverbio apparentemente banale, legato alla convivenza quotidiana in un condominio, si era trasformato in un episodio di violenza che avrebbe potuto avere conseguenze irreversibili.

La donna aggredita, rimasta gravemente ferita, ha superato la fase più critica e oggi convive con gli esiti di quell’attacco. Il caso resta emblematico di quanto rapidamente un conflitto possa sfuggire al controllo, soprattutto quando si innestano fragilità personali e mancano strumenti di mediazione.

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