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Cronaca
15 Dicembre 2025 - 09:57
Degrado quotidiano a Barriera di Milano: sacchi per strada e marciapiedi impraticabili
Succede ancora. E succede ogni giorno. A Barriera di Milano, uno dei quartieri più popolosi e fragili di Torino, il problema del degrado urbano torna a mostrarsi senza filtri in tre punti ben precisi: via Scarlatti, via Leinì e via Ceresole. Cumuli di rifiuti abbandonati, sacchi aperti, materiali ingombranti lasciati sui marciapiedi, al punto da rendere difficoltoso il passaggio dei pedoni e quasi impossibile quello di anziani e persone con disabilità.
Le immagini scattate questa mattina raccontano una scena ormai fin troppo familiare. Non si tratta di un episodio isolato, ma di una situazione che, come viene sottolineato, si ripete “quasi tutti i giorni”, trasformando tratti di quartiere in vere e proprie discariche a cielo aperto. Un degrado che non è solo visivo, ma che incide sulla vivibilità, sulla sicurezza e sulla dignità degli spazi pubblici.
Dalla Circoscrizione 6 la richiesta è chiara e va avanti da tempo. «Più volte abbiamo richiesto come Circoscrizione 6 alla Città di Torino l’installazione e la valutazione di impianti di videosorveglianza, ma ad oggi ancora nulla», viene denunciato senza giri di parole. Un silenzio che pesa, soprattutto di fronte a un fenomeno che continua a ripresentarsi con modalità sempre uguali.

La domanda, a questo punto, diventa inevitabile. «Sarà magari che installando le telecamere potremmo risalire a chi sono i veri fautori di tale scempio?» Un interrogativo che mette al centro il tema della responsabilità e della prevenzione, oltre che della repressione. Perché senza strumenti di controllo, spiegano dal territorio, individuare chi abbandona i rifiuti resta estremamente difficile.
Nel frattempo, l’unica risposta concreta arriva dagli interventi tampone. «Tempestivamente ho inviato documentazione fotografica ad Amiat al fine che il decoro venisse ripristinato quanto prima», viene spiegato, con l’obiettivo di restituire almeno temporaneamente i marciapiedi alla cittadinanza. Ma si tratta, ancora una volta, di una soluzione che cura l’effetto senza intervenire sulla causa.
Il nodo resta politico e amministrativo. «Auspico che quanto prima la Città di Torino si renda chiaramente conto che l’installazione di impianti di videosorveglianza potrebbe portare beneficio a questa città», è l’appello finale. Un messaggio che va oltre Barriera di Milano e chiama in causa una strategia complessiva sul decoro urbano, sul controllo del territorio e sulla tutela di chi gli spazi pubblici li vive ogni giorno.
Intanto, tra via Scarlatti, via Leinì e via Ceresole, la scena si ripete. Sacchi a terra, marciapiedi occupati, cittadini costretti allo slalom. E la sensazione, sempre più diffusa, che il degrado non sia più un’eccezione, ma una normalità tollerata.
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