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Cronaca
10 Dicembre 2025 - 09:29
Stretta sull’attivista considerato “ingovernabile”: nuove misure dopo le aggressioni politiche e l’ombra dell’assalto a La Stampa
La magistratura torinese alza il livello di vigilanza su un attivista già noto alle forze dell’ordine e coinvolto, negli ultimi due anni, in una serie di manifestazioni segnate da episodi di tensione. Su richiesta della Procura, il G.I.P. di Torino ha disposto un aggravamento della misura cautelare che l’uomo stava già scontando, dopo le contestazioni di ordine pubblico registrate fra 2023 e 2024 durante cortei pro Palestina, proteste contro il Governo e le iniziative legate al G7 Clima, Energia e Ambiente.
Secondo quanto riferito dalla Digos, che ha condotto le attività investigative, il provvedimento ora estende gli obblighi già in vigore. Oltre alla permanenza obbligata nel Comune di Torino, scatta l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria e il divieto di uscire dalla propria abitazione nelle ore serali e notturne. Misure che il giudice ha ritenuto proporzionate alla sequenza di fatti contestati negli ultimi mesi, ritenendo insufficienti le prescrizioni finora applicate.

Il nuovo aggravamento nasce dai deferimenti relativi a due episodi distinti. Il primo risale allo scorso 8 novembre, quando alcuni militanti di Fratelli d’Italia furono aggrediti nei pressi di un gazebo di propaganda politica allestito a Mirafiori. Il secondo episodio, analogo nelle modalità, si era verificato il 27 ottobre davanti al Liceo Einstein, dove un gruppo di giovani appartenenti a Gioventù Nazionale – sezione D’Annunzio stava distribuendo volantini. In entrambi i casi, secondo gli inquirenti, l’indagato avrebbe avuto un ruolo attivo, motivo per cui la Procura ha richiesto un rafforzamento delle misure.
La posizione dell’uomo è inoltre al centro di ulteriori accertamenti per l’assalto alla sede della redazione de “La Stampa”, avvenuto il 28 novembre, quando un gruppo di manifestanti aveva raggiunto l’edificio danneggiandone l’ingresso. L’esame incrociato di immagini, testimonianze e attività informatiche è ancora in corso, e non risultano al momento contestazioni formali per quell’episodio.
La decisione del giudice, spiegano fonti investigative, rientra in una più ampia attenzione ai profili ritenuti maggiormente esposti al rischio di reiterazione dei reati durante momenti di protesta politica. Un equilibrio delicato, nel quale la necessità di prevenire nuove condotte violente si intreccia con la tutela delle libertà individuali e del diritto di manifestare.
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