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Cronaca

Solfiti nelle carni, macellaio denunciato nel Braidese

L’Asl Cn2 trova solfiti vietati: analisi confermano la non conformità

Solfiti nelle carni

Solfiti nelle carni, macellaio denunciato nel Braidese (foto di repertorio)

Un colore più acceso, più “vendibile”, più appetibile agli occhi del cliente. È questo, secondo gli inquirenti, il motivo che avrebbe spinto un macellaio del Braidese a usare solfiti sulle carni fresche, una pratica vietata dalla normativa e potenzialmente pericolosa per chi soffre di allergie. Un espediente illecito che è costato al commerciante una denuncia e il sequestro delle merci presenti nel laboratorio.

Il controllo, effettuato nei giorni scorsi dal dipartimento di prevenzione dell’Asl Cn2, ha portato al ritrovamento di una boccetta contenente solfiti, additivi ammessi solo in quantità regolamentate negli insaccati e comunque da indicare chiaramente in etichetta. Nelle carni fresche, invece, il loro utilizzo è del tutto vietato. È proprio questa manipolazione a rappresentare, secondo i tecnici, un rischio per i consumatori, soprattutto per chi ha allergie o intolleranze.

Le analisi condotte presso l’Istituto zooprofilattico hanno confermato la non conformità dei campioni sequestrati. Per il titolare della macelleria sono state formulate due ipotesi di reato: vendita di alimenti con additivi non autorizzati e vendita di prodotti alimentari non genuini. Una vicenda che, ora, verrà approfondita dagli organi competenti, con ulteriori verifiche sul rispetto delle norme igienico-sanitarie.

Nel frattempo, il Consorzio di tutela della salsiccia di Bra è intervenuto con una nota per chiarire la totale estraneità dei propri associati. «Il macellaio sottoposto ai controlli non appartiene in alcun modo al consorzio», precisa l’associazione, che sottolinea l’importanza di rivolgersi sempre a professionisti certificati. «Invitiamo i consumatori a fare riferimento ai macellai aderenti, riconoscibili dalle certificazioni e dall’uso corretto del marchio, così da avere la certezza di acquistare e consumare la vera e autentica salsiccia di Bra».

La vicenda riaccende i riflettori sull’uso improprio degli additivi e sul ruolo dei controlli sanitari nei piccoli laboratori di lavorazione carne. Una garanzia per i consumatori, ma anche uno strumento per tutelare chi, nel settore, opera nel pieno rispetto delle regole e della tradizione locale.

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