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24 Novembre 2025 - 10:45
Foto d'archivio
Spacciava droga in piazza Bengasi a Torino. Venerdì mattina, il giovane senegalese arrestato mercoledì sera in flagranza di reato, è stato sottoposto a processo per direttissima. Tuttavia, non è stato possibile stabilire alcun verdetto dal momento che vi sono seri dubbi circa l'età dell'imputato. Il ragazzo, come ha riferito dopo l'arresto, sostiene di essere nato in Senegal il 29 maggio 2008. Tuttavia le autorità competenti, prima di portare il detenuto davanti al giudice, hanno ritenuto necessario sottoporlo a un esame radiologioco sul polso. Esame che stabilito la maggiore età dell'imputato.
Durante il processo, il Pubblico ministero ha evidenziato i gravi indizi a carico del ragazzo per l’attività di spaccio. Il giovane, difeso dall’Avvocato Gasparini è stato infatti fermato in Piazza Bengasi mentre cedeva tre dosi di sostanza stupefacente. È stato poi necessario ripercorrere brevemente la vita dell'imputato, originario del Senegal, dove ha frequentare la scuola fino alle elementari. Tre anni fa ha poi raggiunto via mare l'Italia, paese che non ha più abbandonato. Attualmente sostiene di risiedere a Torino, anche se non ha una dimora fissa. Il giovane ha ripetuto poi ancora una volta la sua data di nascita, il 29 ottobre 2008. Questa sarebbe la stessa data fornita durante un precedente controllo effettuato dalle forze dell’ordine.
Il Pubblico Ministero, pur considerando la situazione anagrafica dell’imputato, ha richiesto l’applicazione di una misura cautelare non detentiva, l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La difesa, prendendo atto dei "gravi indizi" sostenuti dal PM, ha prima cercato di sottolineare alcune discrepanze presenti nel verbale di arresto, come la descrizione dei vestiti dell'imputato, che non corrisponderebbero a quelli che realmente indossava. Successivamente, l' Avvocato Gasparini ha voluto soffermarsi sul nodo centrale della questione: l’età del ragazzo.
Al momento dell’udienza, era infatti presente agli atti un referto radiologico effettuato sul polso, un esame standard che viene fatto per valutare l’età ossea. Tuttavia, la Giudice Giulia Maccari ha ritenuto tale esame non sufficiente per stabilire con certezza l’età dell’imputato, che in base ai risultati prodotti dal test sarebbe maggiorenne. La legge sostiene che nei procedimenti giudiziari a carico di imputati sprovvisti di documenti anagrafici validi, o nel caso in cui vi siano dubbi sulla loro effettiva età, è indispensabile procedere all'attivazione di un complesso protocollo di accertamento medico-legale. Tale valutazione è cruciale, poiché da essa è possibile determinare il Tribunale di competenza: il soggetto sarà giudicato dal Tribunale ordinario se ritenuto maggiorenne o dal Tribunale per i Minorenni in caso contrario. L'esito finale della perizia medico-legale diventa, pertanto, un fondamento imprescindibile su cui il giudice baserà il successivo provvedimento.
Proprio per questa ragione è stato necessario ricorrere a un breve rinvio. La prossima udienza si terrà lunedì 24 novembre 2025. Fino a quel momento, la validità della data di nascita dichiarata dal ragazzo rimarrà in sospeso, così come l’esito processuale che attenderà l’imputato.

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