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Cronaca
16 Novembre 2025 - 21:28
Auto investe tre persone fuori dalla pizzeria dopo una lite
Un pomeriggio che avrebbe dovuto chiudersi con una pizza si è trasformato in una scena di violenza ad Alessandria. All’ingresso del ristorante-pizzeria di via Casalcermelli, nel quartiere Cristo, una lite tra avventori, personale e proprietari sembrava essersi spenta. Invece, poco dopo, è comparsa un’auto che ha travolto tre persone a piedi per poi sparire nel nulla. La Questura di Alessandria parla apertamente di gesto volontario. Una vittima è finita in ospedale in codice rosso, un’altra in giallo, la terza in verde; altre due persone con traumi lievi hanno rifiutato il ricovero.
Il problema non è più la lite: è il salto di qualità. Un diverbio in un locale che degenererebbe da sé è diventato l’innesco per usare un’auto come arma. È un confine che non dovrebbe essere oltrepassato mai, e invece accade. Il quartiere — già segnato da una lunga serie di tensioni e convivenze difficili — oggi si ritrova a fare i conti con un gesto che incrina la fiducia nel vivere quotidiano. E la città attende risposte: chi guidava, perché lo ha fatto, cosa ha trasformato una discussione in un atto da far tremare i polsi?
Nel frattempo vale la pena chiedersi se episodi simili siano eccezioni o parte di un fenomeno più ampio. Negli ultimi mesi non sono mancati casi in cui una lite è sfociata nell’uso dell’auto come strumento di aggressione. A Travagliato, nel Bresciano, un ragazzo di vent’anni è stato investito nel parcheggio di un centro commerciale dopo una discussione: anche lì il conducente è fuggito. A Roma, in zona Prenestina, un uomo ha travolto due persone all’uscita di un bar dopo un alterco; fermato poche ore dopo, ha provato a giustificarsi dicendo di essere stato “preso dal panico”. A Napoli, nel quartiere Vomero, una lite tra giovani è degenerata allo stesso modo: auto lanciata contro il gruppo, feriti, fuga immediata.
Casi diversi, città diverse, ma lo stesso schema: una scintilla, poi la scelta di trasformare la macchina in un proiettile. È un segnale preoccupante. Le strade non sono più solo luoghi di transito: diventano scenari di ritorsione, estensioni del conflitto che nasce altrove. Quando l’auto viene percepita come “arma a disposizione”, la violenza diventa più rapida, più anonima, più codarda. Ed è proprio questo che rende l’episodio di Alessandria ancora più grave: non è solo una cronaca nera, è una crepa in un tessuto sociale che si sta assottigliando. Le indagini chiariranno le responsabilità, ma la domanda resta: quanto manca prima che la prossima lite finisca allo stesso modo?
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