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Cronaca

Auto investe tre persone fuori dalla pizzeria dopo una lite

Tre persone colpite dall’auto dopo un diverbio: indaga la polizia

Auto investe tre persone fuori dalla pizzeria dopo una lite

Auto investe tre persone fuori dalla pizzeria dopo una lite

Un pomeriggio che avrebbe dovuto chiudersi con una pizza si è trasformato in una scena di violenza ad Alessandria. All’ingresso del ristorante-pizzeria di via Casalcermelli, nel quartiere Cristo, una lite tra avventori, personale e proprietari sembrava essersi spenta. Invece, poco dopo, è comparsa un’auto che ha travolto tre persone a piedi per poi sparire nel nulla. La Questura di Alessandria parla apertamente di gesto volontario. Una vittima è finita in ospedale in codice rosso, un’altra in giallo, la terza in verde; altre due persone con traumi lievi hanno rifiutato il ricovero.

Il problema non è più la lite: è il salto di qualità. Un diverbio in un locale che degenererebbe da sé è diventato l’innesco per usare un’auto come arma. È un confine che non dovrebbe essere oltrepassato mai, e invece accade. Il quartiere — già segnato da una lunga serie di tensioni e convivenze difficili — oggi si ritrova a fare i conti con un gesto che incrina la fiducia nel vivere quotidiano. E la città attende risposte: chi guidava, perché lo ha fatto, cosa ha trasformato una discussione in un atto da far tremare i polsi?

Nel frattempo vale la pena chiedersi se episodi simili siano eccezioni o parte di un fenomeno più ampio. Negli ultimi mesi non sono mancati casi in cui una lite è sfociata nell’uso dell’auto come strumento di aggressione. A Travagliato, nel Bresciano, un ragazzo di vent’anni è stato investito nel parcheggio di un centro commerciale dopo una discussione: anche lì il conducente è fuggito. A Roma, in zona Prenestina, un uomo ha travolto due persone all’uscita di un bar dopo un alterco; fermato poche ore dopo, ha provato a giustificarsi dicendo di essere stato “preso dal panico”. A Napoli, nel quartiere Vomero, una lite tra giovani è degenerata allo stesso modo: auto lanciata contro il gruppo, feriti, fuga immediata.

Casi diversi, città diverse, ma lo stesso schema: una scintilla, poi la scelta di trasformare la macchina in un proiettile. È un segnale preoccupante. Le strade non sono più solo luoghi di transito: diventano scenari di ritorsione, estensioni del conflitto che nasce altrove. Quando l’auto viene percepita come “arma a disposizione”, la violenza diventa più rapida, più anonima, più codarda. Ed è proprio questo che rende l’episodio di Alessandria ancora più grave: non è solo una cronaca nera, è una crepa in un tessuto sociale che si sta assottigliando. Le indagini chiariranno le responsabilità, ma la domanda resta: quanto manca prima che la prossima lite finisca allo stesso modo?

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