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Cronaca

Turni massacranti e reparti degradati: il Sinappe accende i riflettori sul carcere di Ivrea

Il sindacato accusa la direzione di ostruzionismo e chiede l’intervento del DAP

Turni massacranti e reparti degradati

Turni massacranti e reparti degradati: il Sinappe accende i riflettori sul carcere di Ivrea (foto di repertorio)

Turni notturni senza stacco e strutture degradate. È il quadro descritto dal Sinappe sul carcere di Ivrea, che ora chiede un intervento immediato del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. La denuncia è dettagliata e riguarda sia l’organizzazione interna sia le condizioni materiali in cui opera la polizia penitenziaria.

Secondo il sindacato, alcuni agenti non avrebbero avuto accesso al riposo settimanale per periodi superiori ai 50 giorni, una situazione che violerebbe i diritti contrattuali e metterebbe a rischio la salute degli operatori. A questo si aggiungerebbero turni notturni consecutivi senza le otto ore minime di pausa previste dalla normativa. Il Sinappe parla di un uso «eccessivo e non più sostenibile» dello straordinario, diventato una prassi ordinaria a causa delle carenze di organico.

Il sindacato segnala inoltre criticità strutturali diffuse: gabbiotti di sorveglianza senza vetri, servizi igienici in condizioni giudicate inaccettabili, soffitti con macchie di muffa, pareti deteriorate e cavi elettrici a vista. Ambienti che, secondo i delegati, non risponderebbero più agli standard minimi di sicurezza previsti per un istituto penitenziario.

Il Sinappe parla anche di ostruzionismo da parte della direzione. In più casi, secondo quanto riferito, sarebbero stati negati permessi urgenti a operatori in servizio e sarebbe stato impedito l’accesso ai dirigenti sindacali, ostacolando l’attività di rappresentanza.

Il segretario nazionale Raffaele Tuttolomondo definisce la situazione «inaccettabile»: «L’operato della direzione configura un quadro di mala gestio che lede i diritti del personale e ne compromette la capacità operativa. È necessario un intervento urgente del DAP».

La denuncia riporta l’attenzione su un istituto che da tempo vive condizioni complesse, tra carenze di personale, turni sempre più lunghi e ambienti di lavoro deteriorati. Il caso Ivrea si aggiunge alle criticità già segnalate in altre strutture piemontesi, alimentando il dibattito sulle reali condizioni in cui opera la polizia penitenziaria nella regione.

Il fascicolo è ora nelle mani delle autorità competenti. Il sindacato attende una risposta formale e un’ispezione che chiarisca la responsabilità delle irregolarità segnalate e definisca i primi interventi urgenti da adottare.

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