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07 Novembre 2025 - 00:51
foto archivio
Nell’anonimato di una palazzina del centro di Nichelino, nessuno avrebbe mai immaginato che dietro una porta apparentemente come tante si nascondesse un’attività ben più movimentata del solito. I residenti, però, da settimane notavano strani orari, uomini che entravano e uscivano in fretta, a volte anche di notte, e quell’andirivieni continuo aveva finito per far scattare la curiosità prima e l’inquietudine poi. È bastata una chiamata ai Carabinieri per trasformare i sospetti in un’indagine vera e propria, culminata in un blitz che ha svelato l’esistenza di una casa a luci rosse nel cuore della città.
Le protagoniste della vicenda sono due donne di origini cinesi, di 46 e 48 anni, che avevano trasformato un appartamento in via 1° Maggio in un luogo d’incontri a pagamento. Gli appuntamenti venivano organizzati con precisione quasi imprenditoriale, grazie ad annunci pubblicati su siti noti nel mondo degli incontri online come Bakeca, Moscarossa e Incontriamoci. Le descrizioni erano studiate per attirare l’attenzione: fotografie ammiccanti, frasi promozionali e inviti “riservati ai gentiluomini”, come se bastasse un tocco di formalità per mascherare ciò che in realtà era un giro di prostituzione ben strutturato.

Le segnalazioni dei vicini, ormai esasperati dal via vai incessante, erano iniziate già a settembre. Da lì è partita un’attività di controllo silenziosa, fatta di appostamenti e osservazioni discrete, fino al pomeriggio del 14 ottobre, quando i militari hanno deciso di intervenire. Entrati nell’appartamento, i Carabinieri hanno sorpreso le due donne insieme a un cliente, che nel tentativo di evitare l’identificazione ha provato a scappare arrampicandosi sul balcone interno del palazzo. Un tentativo maldestro, durato pochi istanti: l’uomo è stato bloccato e identificato, mentre le due donne venivano denunciate per ingresso e soggiorno illegale nel territorio italiano.
Le indagini si sono poi concentrate sul proprietario dell’abitazione, un 33enne residente a Nichelino ma domiciliato a Pianezza. L’uomo è stato denunciato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Davanti ai militari, avrebbe ammesso di aver affittato l’appartamento “alla buona”, senza un contratto regolare, sostenendo di ignorare completamente la natura dell’attività delle due inquiline. L’immobile è stato posto sotto sequestro, mentre continuano gli accertamenti per capire se dietro le due donne ci sia una rete più ampia, capace di gestire annunci, clienti e spostamenti.
Oggi la palazzina è tornata tranquilla, ma tra i residenti resta il ricordo di quelle settimane sospette e di quel via vai che nessuno riusciva a spiegarsi. Qualcuno ancora scuote la testa pensando a quanto fosse vicino, letteralmente dietro l’angolo, un mondo di cui nessuno voleva saperne nulla — fino a quando la porta si è finalmente aperta.
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